Bergamo en primeur e la sfida (alla cieca) ai Bordeaux

Bergamo en primeur e la sfida (alla cieca) ai Bordeaux

Degustando
di Sofia Landoni
17 giugno 2019

Lunedì 10 giugno la quarta edizione della manifestazione ideata dalla Tenuta Castello di Grumello. In anteprima diversi tagli bordolesi bergamaschi del 2018 e un istruttivo confronto alla cieca con alcuni famosi Bordeaux

Degustare alla cieca è forse il metodo più utile per riportare il gusto alla sua ancestrale capacità di percepire ed apprezzare il sorso. Assaggiando dei vini senza sapere cosa si abbia precisamente nel calice, spesso si rimane sorpresi dagli esiti delle degustazioni e, altrettanto spesso, vengono sdoganate certe convinzioni assunte quasi a priori, come fossero assiomi imposti dai dettami di un fantomatico buonsenso vinicolo che, purtroppo, sostituisce la realtà con gli schemi.

Ecco perché un’iniziativa come “Bergamo, vini en primeur” – nata nel 2013 per iniziativa della Tenuta Castello di Grumello e arrivata oggi alla sua quarta edizione – si è rivelata essere un’esperienza istruttiva e, in un certo senso, spiazzante. 


Un pubblico di sommelier, giornalisti ed esperti degustatori è stato chiamato a raccolta, lo scorso lunedì 10 giugno, presso la bellissima Tenuta Casa Virgina (BG). A mettere alla prova palato e onestà intellettuale – ma anche gustativa – dei presenti, due degustazioni in sequenza.

La prima, come una classica anteprima, è andata ad esaminare 10 campioni di tagli bordolesi bergamaschi nella loro ultima annata imbottigliata, ossia la 2018; la seconda, invece, ha visto 11 tagli bordolesi bergamaschi di diverse annate sfidare – rigorosamente alla cieca – 4 rinomati infiltrati provenienti da Bordeaux.

I risultati di questi assaggi si sono rivelati sorprendenti. Nelle anteprime dei soli rossi bergamaschi si denota una giovinezza ancora acerba, che è comunque sufficiente per rilevare la tendenza molto positiva a ridurre l’impatto del legno in vinificazione, regalando vini dai profili più fruttati e schietti. La sfida è stata la parte della degustazione che ha saputo rilanciare il valore del vino made in Bergamo.

Nella media calcolata sui punteggi totali, ciò che si osserva è un terzo posto – a poco più di 1 solo punto dal primo classificato – occupato da un rosso bergamasco, il Luna Rossa 2015 dell’azienda La Caminella, dietro i due francesi Château Malescot 2012 e Château Mouton Rothschild 2012 che si sono aggiudicati rispettivamente il primo e il secondo posto. Di poco si discostano i corregionali della medaglia di bronzo, che fanno eco agli altri due Bordeaux in quarta e quinta posizione, con punteggi di fascia alta che raggiungono anche gli 88 e 89 punti.

Una degustazione come dovrebbero essercene più spesso, insomma, per affermare quella spontaneità del gusto e quella bellezza di usarlo, nella sua misura più indigena e nel suo nudo realismo.