Bolgheri e i suoi sconosciuti

Bolgheri e i suoi sconosciuti

Degustando
di Camilla Guiggi
15 settembre 2009

Fiumi di inchiostro sono stati usati per parlare di Bolgheri e dei suoi vini. Tutto è nato nel 1968 con la prima etichetta di Sassicaia, da allora molto si fatto e tanto è cambiato...

Nella borgata medievale di Castagneto e nel suo territorio circostante, che comprende Bolgheri e Donoratico, si contano 47 aziende registrate, alcune appartenenti al consorzio altre no. Molte le aziende e molti di più i vini prodotti. All’ombra delle aziende più blasonate possiamo trovarne alcune piccole che meritano una visita ed una degustazione per poter provare prodotti un “po’ diversi”.



Un’azienda dove la passione regna sovrana e così la cura per ogni particolare, è “Fornacelle”. Circa otto ettari dove possiamo trovare, oltre ai vitigni di stampo bordolese per i rossi, Vermentino, Sauvignon Blanc, Sémillon e Fiano per la produzione dei vini bianchi. Particolarmente interessante è la fermentazione alcolica in barrique aperte che viene utilizzata per i vini rossi superiori, un procedimento che richiede competenza, attenzione e molto lavoro manuale. La barrique arriva direttamente dal fornitore francese senza uno dei due fondi (che viene consegnato a parte), viene messa in piedi e riempita per due terzi con il mosto. La fermentazione avviene perfettamente e spontaneamente con i soli lieviti autoctoni nell’arco di due settimane circa. Durante questo processo vengono effettuate ripetute follature manuali, che favoriscono l’ integrazione delle diverse componenti.

Tra i vini prodotti di particolare interesse sono: Guarda Boschi (Bolgheri Doc Superiore),Foglio 38(Toscana Igt 100%Cabernet Franc) e Fornacelle (Toscana Igt bianco 50%Sémillon 50%Greco). Un gradino sotto, ma degni di tutto rispetto sono i due vini base: Zizzolo bianco e rosso. Il vino prende il nome dalla vigna dove un tempo cresceva un enorme zizzolo (o giuggiolo).



Sempre nella stessa zona,più dalla parte verso Donoratico, un’altra azienda degna di nota è Ceralti. Circa sette ettari di vigneti tra Castagneto e Bolgheri dove la raccolta avviene manualmente. I vitigni scelti sono: Cabernet, Merlot, Chardonnay,Traminer, Viognier e Cabernet Franc. Ma la vera particolarità è la scelta del Traminer che troviamo nell’uvaggio del “Lunarae Igt”. Vitigno solitamente coltivato al nord e che qui viene usato per dare una maggior aromaticità al vino insieme allo Chardonnay e al Viogner che rendono il Lunarae un prodotto particolare e curioso. Interessante è anche il “Sonoro” (100% Merlot). Un vino da provare, per la sua grande personalità e, perché no, da mettere a confronto con altri Merlot in purezza che si producono sempre in zona. Gli altri vini prodotti sono: Ceralti (Bolgheri Doc Vermentino), Alfeo (Bolgheri Doc Rosso Superiore) e Scirè (Bolgheri Doc Rosso).

L’azienda possiede anche un bellissimo agriturismo immerso nel verde tra ulivi, peschi e vigneti, il tutto contraddistinto da grande ospitalità e simpatia.



Proseguendo nel nostro viaggio alla scoperta di produttori meno noti del comprensorio bolgherese, vorrei presentarvi il vicino di casa della nota Tenuta Ornellaia, vale a dire Giovanni Chiappini. Giovanni, marchigiano di natali, si è trasferito a Bolgheri con la famiglia nel lontano 1954. I genitori, di tradizione contadina, comprarono i primi sei ettari dai conti della Gheradesca. Oggi l’azienda è costituita da ventuno ettari e mezzo così distribuiti: sette a vigneto, sette a oliveto e sette e mezzo a seminativo.

Molto disponibile, Giovanni ha aperto le porte della sua tenuta e ci fatto degustare i suoi prodotti. Tre Bolgheri Doc rossi e uno bianco e Bolgheri Doc superiore rosso. I rossi sono dei tagli bordolesi mentre il bianco è un Vermentino in purezza.

Oltre a questi ha anche la linea “Lienà” che rappresenta la linea dove vengono accuratamente selezionate le migliori uve di monovitigno, vinificate e imbottigliate separatamente: Merlot, Petit Verdot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. Una nota particolare merita il Petit Verdot, usato nel bolgherese come vitigno da taglio, che in questo vino esprime sentori molto particolari.

Per Giovanni, vignaiolo e contadino da sempre, come ama definirsi, è la vigna a fare il vino, e tutto qui deve essere curato alla perfezione. Il suo vino rispecchia il suo carattere, un po’ “ignorante” come si dice in toscana (per definire un qualche cosa di un po’ indisciplinato all’inizio ma di una grande generosità poi), soprattutto la linea Lienà. Non si deve avere fretta di bere il vino, bisogna aspettare i suoi tempi per apprezzarlo al meglio, nei primi anni risulta un po’ribelle, indisciplinato, ma se si sa aspettare regala meravigliose sensazioni.



Un altro personaggio impiantato recentemente nel territorio di Bolgheri è Massimo Piccin, innamoratosi del territorio nel 1999 ha deciso di creare l’azienda Podere Sapaio.

Come si intuisce dal cognome, Massimo non ha certo origini toscane, ma spinto dall’amore per il vino ha deciso di trasferirsi da Vittorio Veneto in un splendida cascina con intorno dieci ettari di vigneto. Podere Sapaio, attualmente, ha raggiunto un’estensione di quaranta ettari suddivisi fra i comuni di Castagneto Carducci e Bibbona. Nei venticinque ettari impiantati a vigneto si coltivano Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot. L’azienda ha una politica di sperimentazione ed innovazione: si propone di ricercare nuove espressioni dei vitigni bordolesi nel territorio di Bolgheri, con l’obbiettivo di ottenere vini, sotto la cura del noto enologo Carlo Ferrini, che coniughino potenza, eleganza e longevità.

L’azienda produce solo due vini:Volpolo, Bolgheri Doc rosso, e Sapaio, Bolgheri Doc rosso superiore.

Due prodotti veramente interessanti dai profumi puliti, eleganti e di buona beva. Solo due prodotti dove però Massimo dedica tutto se stesso e con ottimi risultati.



Che altro dire, prendete la macchina e percorrete tutta la Bolgherese e decidete Voi che cantina andare a visitare.

Santè

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