C’è anche il Pinot Bianco in Franciacorta. La scommessa di Mirabella

C’è anche il Pinot Bianco in Franciacorta. La scommessa di Mirabella

Degustando
di Alessandro Franceschini
27 febbraio 2023

Cresce la superficie dedicata al pinot bianco nell’azienda di Rodengo Saiano, focus sulla sperimentazione con la realizzazione di uno specifico clone Mirabella. Per ora, vinificato in purezza, è fuori dal perimetro della Docg, ma al Consorzio non escludono che in futuro possa cambiare qualcosa.

Il nobile pinot nero, l’esuberante chardonnay, l’autoctono erbamat, ultimo arrivato, e infine il pinot bianco, probabilmente il meno citato, e forse anche meno considerato, tra i vitigni presenti in Franciacorta, sebbene il disciplinare di produzione ne ammetta la presenza fino al 50%. Il motivo? “È più delicato dello chardonnay, ha grappoli serrati e buccia sottile, quindi patisce maggiormente l’arrivo della botrite e del marciume acido, ecco perché negli anni ’80 e ’90 in molti l’hanno abbandonato” ci spiegano Alessandro e Alberto Schiavi, seconda generazione al timone di Mirabella, una delle storiche aziende di questo territorio. 

Vigneto Mirabella a Paderno FranciacortaMa è proprio qui, invece, a Rodengo Saiano, propaggine nord-orientale di questo comprensorio completamente votato al Metodo Classico, che si trova una sorta di isola dedicata solo al pinot bianco. L’azienda, infatti, vanta una lunga tradizione legata a questa varietà, i cui primi impianti risalgono al 1981, nella vigna Mirabella di Paderno Franciacorta. Oggi gli ettari dedicati a questo vitigno sono diventati 12, di fatto la più grande estensione presente in Franciacorta sugli 88 complessivi della denominazione.

Non solo: dall’anno scorso un’area di 4 mila metri quadrati adiacente alla cantina ospita un vigneto sperimentale: si tratta di 14 filari con 200 barbatelle dei cloni disponibili (due tedeschi, due francesi e tre Rauscedo), allevate a Guyot semplice con portainnesto K5BB, resistente agli stress idrici. Inoltre, a brevissimo, due filari saranno piantati con un vero e proprio clone Mirabella di pinot bianco, ottenuto dalla storica vigna di Paderno e propagata l’anno scorso da Padergnone Vivai Viticoli Cooperativi. Obiettivo: studiare direttamente in campo l’evoluzione delle discendenti delle vigne anziane, che poi diventeranno “madri” dei futuri impianti. 

Barbatelle innestate di pinot bianco (ph Padergnone Vivai Viticoli Cooperativi)Insomma, qui c’è una vera e propria predilezione per questo altrettanto nobile vitigno (nato probabilmente da una mutazione del pinot grigio, a sua volta mutato dal pinot nero), come d’altronde avviene in altre parti in Italia, soprattutto in Alto Adige, ma meno in realtà quando si pensa al Metodo Classico. “Noi invece lo usiamo praticamente come il prezzemolo, perché dona freschezza, acidità e originalità” continua Alessandro Schiavi. “Per noi il pinot bianco è strategico”. Ed è strategico in considerazione del global warming, un tema che ovviamente preoccupa anche in Franciacorta. “I cambiamenti climatici in atto fanno sì che questa varietà diventi quasi indipendente dalle altre, perché ora matura bene, e i suoi aspetti meno interessanti si sono rivelati grandi pregi”. Ad esempio, il riscaldamento globale ha minimizzato il problema della botride e del marciume, un tempo limiti presenti in questa varietà. C’è poi il fattore acidità, alleato fondamentale per chi fa bollicine. Il ciclo vegetativo più breve e la maturazione anticipata rispetto allo chardonnay, sostiene l’azienda, consentono al pinot bianco di avere acidità eccellenti anche nelle annate calde, purtroppo sempre più frequenti. 

Per ora non è possibile produrre un Franciacorta DOCG solo da pinot bianco in purezza, però qualcosa si sta muovendo in questa direzione a quanto pare. Come ci ha confermato anche il Consorzio, l’ultimo Comitato Tecnico che si è riunito un mese fa non ha escluso che in futuro questo possa succedere. Bisognerà poi comunque aspettare i tempi della burocrazia, che non sono mai in linea con le esigenze reali presenti in vigna, purtroppo. Certo questo dinamismo, da sempre presente in Franciacorta, sembra l’antidoto migliore per cercare di anticipare i tempi e non dover poi rincorrere problemi che ormai sono sotto gli occhi di tutti.

Ma nel bicchiere, come si comporta il pinot bianco in purezza? Mirabella produce uno spumante, commercializzato come VSQ, prodotto esclusivamente con il pinot bianco a partire dal 2015. Oggi fa parte della linea Demetra, composta da quattro brut nature realizzati con le uve delle vigne storiche dell’azienda. Poche migliaia di bottiglie, che quest’anno raggiungeranno le 10 mila, rispetto alle 380 mila complessive che potenzialmente l’azienda può produrre ogni anno. Una goccia in mezzo al mare, perché il pinot bianco viene utilizzato anche nelle altre cuvée naturalmente, a partire dal rosé, una delle passioni del fondatore Teresio Schiavi sin dagli anni ’80.

Note floreali, gessose e agrumate: queste le peculiarità del millesimo 2020, che mostra anche un’interessante dinamicità sul fronte dell’acidità al palato. Un vino certamente meno largo e più verticale, a tratti nervoso e certamente da attendere. Il millesimo 2015, ad esempio, sboccato nel 2018, è oggi in ottima forma: sempre scattante e vibrante al palato, ma con una componente fruttata e minerale al naso ben equilibrata, che mostra evidenti segnali di eleganza. Messo al fianco di un Franciacorta ottenuto solo da chardonnay in purezza, a parità di millesimo, data di sboccatura e vigna, come ci ha consentito di fare l’azienda, mostra ancor di più in evidenza le sue peculiarità e quei talenti che oggi sembra possano far comodo a molti.