Cuvée Design: assemblaggio di vini, di idee e persone

Cuvée Design: assemblaggio di vini, di idee e persone

Degustando
di Moira Baitelli
17 dicembre 2009

E proprio in prossimità delle feste Natalizie e del Capodanno, in procinto di stappare spumeggianti bollicine, eccoci offerta l’occasione per un approfondimento sulla realizzazione di una cuvée.

In terra franciacortina, Degustatori Ufficiali, Giudici della Guida Viniplus 2010 e quanti hanno partecipato nel corso dell’anno al Progetto Degustatori Ufficiali, sono stati ospiti dell’azienda Contadi Castaldi di Adro e della famiglia Moretti.

L’obiettivo della giornata era capire il percorso che una cantina compie per arrivare alla realizzazione di una cuvée, un prodotto che rappresenta sul mercato delle bollicine un po’ la firma, l’immagine dell’azienda.

Contadi Castaldi, che fà della comunicazione un’azione importante nella realizzazione di un rapporto costruttivo e duraturo con i suoi clienti ed estimatori, dà un po’ di tempo porta avanti un progetto, “Cuvée Design”.

Realizzare una cuvée è come costruire e realizzare un progetto che alla fine risulti palpabile, per lo meno al palato.

Un progetto che parte dalla vigna e passando attraverso la cantina arriva sul mercato.

Un complesso di fattori e variabili e un processo dinamico di scelte che coinvolge l’ambiente, la terra e l’uomo.

Là dove oggi si fanno nascere splendide bollicine, e non solo, molti anni addietro si plasmava la terra per realizzare mattoni. Presso l’azienda e cantina Contadi Castaldi sono ancora ben visibili quei cunicoli stretti dove, dopo il caricamento del carbone dall’alto, venivano cotti i mattoni.

Lavoro non semplice l’ottenimento della cuvée, che consiste nel porre attenzione ad ogni fase.



Per realizzare la cuvée è necessario conoscere e saper interpretare la materia prima espressione di ogni unità pedoclimatica, riconoscerne le potenzialità e prevederne il percorso evolutivo.

Così il progetto diventa concretezza: selezionando l’uva nei 130 ettari gestiti dall’azienda, distribuiti in quei 19 comuni, compresi tra le colline che attorniano il Lago d’Iseo e la pianura bresciana, autorizzati a produrre Franciacorta.

Anche in cantina nulla è lasciato al caso: la pressatura è soffice, diversa per ogni tipologia di uva, per non rovinare il lavoro fatto in vigna; d’altronde “il vino si fa in campo prima che in cantina”, questo è il motto a Contadi Castaldi e come non condividerlo!!

Anche l’utilizzo di lieviti selezionati, oltre a ridurre eventuali alterazioni o “rimaneggiamenti” in cantina partecipano alla realizzazione di un determinato “gusto”.

E poi il remuage, prevalentemente meccanico, con giropallette, una volta concepito come mezzo per ridurre al minimo i tempi, oggi è realizzato utilizzando programmi adatti all’ottenimento della qualità.



In Contadi Castaldi convivono però tecnologie moderne e tradizione; nei luoghi prima adibiti alla cottura dei mattoni, oggi si trovano pupitre per il remuage manuale della durata classica di 18 giorni con il quale si produce ancora qualche migliaia di bottiglie.

Percorrere questi cunicoli è davvero suggestivo!

Contadi Castaldi si è distinta per aver creato e affinato negli anni il concetto di Satén quale fusione di due ideali tipicamente francesi: “cremant” e “blanc de blancs”.

Satén quale ponte tra la più classica produzione spumantistica italiana e la quella francese dello Champagne.

Un concetto di morbidezza al palato intesa nel senso meno didattico del termine, quindi non zuccheri alcoli e polialcoli ma cremosità al palato , avvolgenza e assenza di spigolosità date dal perlage finissimo.

La produzione enologica aziendale si è spinta negli anni verso spumanti non dosati e verso un concetto di freschezza non inteso esclusivamente come contenuto in acidi ma anche come mineralità/sapidità, piuttosto ricercata nelle uve delle ultime annate.

“Freschezza, non è solo la caratteristica di un’azienda ma di un territorio”, queste le parole di Vittorio Fusari, chef di Dispensa Pani e Vini di Torbiato di Adro, che ci ha gentilmente ospitato nel suo locale per un pranzo coerente col concetto appena espresso.

Dopo la visita presso Contadi Castaldi, guidati da Flavio Signoroni, Responsabile Relazioni Pubbliche, ci siamo spostati alla Dispensa, dove, prima del pranzo,siamo stati accompagnati dall’enologo Gian Luca Uccelli in un percorso degustativo del millesimo 2005 dell’azienda.



In particolare abbiamo avuto il piacere di degustare Satén, Zero e Brut.

Nel Satén propostoci in degustazione abbiamo cercato di riconoscere, attraverso l’utilizzo di un “navigatore”, quella morbidezza, finezza e i profumi tipici aziendali.

Infine abbiamo assaggiato Pinodisé, un vino liquoroso ottenuto dall’aggiunta di tre brandy diversi ad un mosto di uve chardonnay.

E’ stato interessante ritrovare al palato quelle caratteristiche ottenute quale obiettivo di un lungo processo di scelte necessarie alla realizzazione di un obiettivo.

Fare cuvée quindi non significa solo assemblare vini base per produrre un vino apprezzabile al palato; vuol dire dare vita ad un prodotto che sia espressione di un territorio per comunicare un gusto caratteristico e caratterizzante, sinonimo di una personalità unica, quella di un marchio e di uno stile, riconoscibile in tutti i vini dell’azienda e tra quelli delle altre aziende.

Un gusto di poco mutevole nel tempo, se non per l’adattamento ai tempi che cambiano e al gusto del consumatore che oggi è sempre più attento ed esigente.

E’ così che a Contadi Castaldi un’idea prende forma e la materia diventa piacere, per il palato, e forse ricordo per la memoria.



Hanno parlato di noi:

  • Brescia Oggi

  • Il Giornale di Brescia
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