Il n'est Champagne que de la Champagne: dove la provenienza è tutto!

Il n'est Champagne que de la Champagne: dove la provenienza è tutto!

Degustando
di Davide Bonassi
12 giugno 2008

A qualche giorno di distanza dalla conclusione del viaggio in Champagne della Delegazione AIS di Cremona dalle fontane di bollicine che abbondandi salivano dai nostri calici cominciano a riaffiorare i ricordi dei momenti clou da noi vissuti...

E' stata una calvalcata a dorso di autobus serrata, tra campagne ininterrottamente segnate da filari di vite, ora di Chardonnay nella Cote des Blancs, ora di Pinot Nero lungo i dorsi della Montaigne de Reims, ora di Pinot Munier lungo la distesa della Vallée de la Marne. Il tutto ha preso le mosse dalla cuverie di Alain Thiénot dove i tini d'acciaio la fanno da padrone, per passare poi alla visita in Reims dei due chilometri di gallerie scavate nel gesso circa 150 anni fa sotto la casa padronale. Il Gran Cuvée A. Thiénot del 1999 e La Vigne aux Gamins 1999 hanno lasciato il segno. L'approccio a Krug è stato scolastico e da bravi scolaretti abbiamo ascoltato la lezione della maison: centinaia di parcelle vinificate separatamente, sofisticato uso dei legni sia in vinificazione sia in affinamento delle basi, importanza capitale dei vini di riserva. Il Gran Cuvée s.a. assaggiato incorpora tutto questo, proponendosi come un multimillesimo risultato dell'assemblage da 60 a 120 vini base differenti, da 6 a 10 millesimi diversi! Con Pascal Doquet ci si sporca finalmente le scarpe, calpestando il suolo da sempre vocato alla coltura della vite in quel di Vertus. La passione del vigneron ci entusiasma e conquista. Il gesso è la fortuna della champagne, non solo come elemento fondamentale che garantisce l'equilibrio idrico di cui godono le vigne in zona, ma anche per il fatto di essere stato scavato in tempi remoti dalle comunità gallo-romane per trarne materiale da costruzione. Tale attività ha lasciato nel sottosuolo di Reims un dedalo di gallerie oggi perfetti luoghi di affinamento per decine di milioni di bottiglie di champagne. Da Henriot abbiamo occasione di visitare i crayeres aziendali e di apprezzarne la magia: siti archeologici ancora oggi vivi in quanto spazio di lavoro quotidiano per i dipendenti della maison. La visita da Philipponat ci regala la salita al vigneto Clos de Goisses, balza dalle pendenze estreme a picco su Mareuil-sur-Ay per uno champagne altrettanto estremo nel bicchiere. Moet Chandon è la visita al colosso, al numero uno, alla realtà che detta i tempi in zona. I numeri sono da capogiro: 1000 ettari di proprietà, 2500 ettari gestiti dai conferitori e più di 30 milioni di bottiglie! Lo slogan aziendale sembra quanto mai azzeccato: be fabulous! (sentiti favoloso, al bacio). La tappa all'Abbazia di Hautvillers ha i connotati di un pellegrinaggio: la tomba di Dom Perignon merita un omaggio e i prodotti della maison, Oenoteque in testa, sono da riverire. Sulla strada del rientro si capita in un'altra Champagne, la zona dell'Aube, che potremmo definire la zona allargata di questa AOC. Siamo molto più a sud del Dipartimento della Marne e gran parte della magia della vera Champagne è persa. PROSIT!

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