Le tre anime del timorasso: Piccolo Derthona, Derthona e Derthona Riserva

Degustando
di Alessandro Franceschini
03 aprile 2025
Alla quinta edizione della manifestazione dedicata al vino bianco dei Colli Tortonesi, il Consorzio ha scelto di presentare le nuove annate con le tre tipologie che disegneranno la futura sottozona.
Tre, come le tipologie che animeranno la futura sottozona Derthona, che riprende l’antico nome romano di Tortona, ma anche come i giorni della manifestazione dedicata a questo vino bianco ormai salito ai piani alti dell’enologia italiana, nonché come le ultime annate in commercio.
La quinta edizione di Derthona Due.Zero, kermesse che anche quest'anno si è svolta presso il Museo Orsi e dedicata a quello che è diventato il vitigno portabandiera dei Colli Tortonesi, ovvero il timorasso, più che punti in comune, al di là della ricorrenza del numero tre, ha messo in mostra ancora una volta la grande eterogeneità che caratterizza questo vino bianco, che nasce in un preciso ma alquanto articolato e complesso territorio.
La futura sottozona in dirittura (finalmente) di arrivo?
Annunciata nel 2020, pare essere realmente in dirittura di arrivo la futura sottozona Derthona, riservata esclusivamente al timorasso e presente in un’area più ristretta, di circa 400 km2, rispetto ai 786 km2 dell’intera denominazione Colli Tortonesi. Qui sono 440 gli ettari dedicati a questa varietà, ma saranno 330 quelli presenti nella futura sottozona e serviranno per produrre tre tipologie di vino: Piccolo Derthona, Derthona e Derthona Riserva. Solo timorasso in purezza, 7,5 quintali di resa a ettaro, bottiglie del peso massimo di 600 grammi e una differenziazione che vede salire l’estratto secco – dai 15 g/l del primo ai 17 g/l del Derthona sino ad arrivare ai 18 g/l della Riserva – e la data di immissione sul mercato, vale a dire marzo e settembre dell’anno successivo alla vendemmia per le prime due tipologie, marzo del terzo anno dopo la vendemmia nel caso della Riserva.
«La modifica del disciplinare con la nuova sottozona ha passato il parere della commissione tecnica, ora siamo in attesa di eventuali commenti» ha spiegato Gian Paolo Repetto, presidente del Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi, che ha evidenziato anche la grande crescita della base sociale del Consorzio, che ha raggiunto 116 produttori, nonché quella della superficie vitata, ferma a 3,5 ettari nel 2000 e poi cresciuta notevolmente a partire dal 2018/2019, attirando gli investimenti anche di aziende fuori zona provenienti dall’astigiano e dalle Langhe, sebbene l’obiettivo sia comunque di tenere sotto controllo la situazione.
Le annate e vini
La complessità della zona non agevola una lettura uniforme dei vini da queste parti. Sei valli da nord a sud - Ossona, Grue, Curone, Scrivia, Borbera, Spinti – con esposizioni e altitudini differenti - da 80 metri si sale fino a 1500 – creano microclimi altrettanto compositi. Tutto ciò si interseca con terreni, che questa volta vanno da ovest ad est, che possono avere sedimenti di origine continentale così come le famose marne di Sant’Agata Fossili. A questo bisogna aggiungere età differenti delle viti e le singole interpretazioni da parte dei produttori ovviamente. Ecco allora che le tre tipologie, in realtà, mostrano una notevole eterogeneità al loro interno, anche quando le caratteristiche dell’annata donano tratti sostanzialmente comuni.
Piccolo Derthona 2024
«Una stagione impegnativa e difficile, tanto lavoro in vigna, difficoltà nella quantità e nella maturazione». La prima annata di quello che vuole essere una sorta di vino di ingresso della sottozona, in controtendenza rispetto alle due precedenti, è stata avara di sole. Anzi, come ha spiegato l’agronomo Davide Ferrarese, la piovosità annuale è stata nettamente superiore alla media della zona arrivando a 1132 mm. Solo 6 i campioni in degustazione che in questo momento ben interpretano una tipologia che, sebbene voglia essere quasi di ricaduta rispetto alle due più importanti, in realtà mostra vini che certo non difettano di struttura, sebbene non siano particolarmente incisivi dal punto di vista aromatico. Due i campioni da segnalare, ovvero quello dell’azienda Canevaro Luca, particolarmente delicato nella componente fruttata e con una sua compiutezza al palato. Già pronto e di buon equilibrio anche il Piccolo Derthona di Claudio Mariotto, un nome storico di questo territorio e del timorasso.
Derthona 2023
«Una annata miracolosa, perché veniva da una 2022 incredibile per la siccità. Andamento a montagna russe, tante piogge in primavera ed estate e vendemmia nella prima decade di settembre» il commento sempre di Ferrarese. Se le piogge annuali si sono attestate a 750 mm, quindi nella media, le giornate di sole oltre i 35 C°, sono state 23, certamente non poche. C’è un po’ di tutto nei 43 campioni testati, da vini che hanno già in questo momento delle spiccate note legate alle classiche sfumature che ricordano gli idrocarburi, che il timorasso si porta in dote nel suo Dna ma che dovrebbero emergere con più forza a catalizzare i profumi con più anni sulle spalle, a quelli invece più equilibrati e con note fruttate maggiormente in evidenza. Sono vini ricchi nel corpo e nella struttura, morbidi ma senza mai derogare a una freschezza, ma soprattutto a una sapidità ben presente e molto piacevole. Probabilmente è un’annata senza grandi picchi, ma con una media di ottimi vini davvero molto alta. Difficile, quindi, fare una selezione, ma in senso positivo, visto il numero convincente di campioni in degustazione. Tra quelli certamente da ricordare: Cantine Volpi, Canevaro Luca (Derthona Ca’ degli Olmi), La Combera (Derthona Montino), Bruno Maurizio (Derthona Dai Sassi), Davico Stefano (Derthona regina), e ancora Claudio Viberti, La Spinetta e Borgogno.
Derthona Riserva 2022
«Un’annata sorprendente. Negli ultimi 25 è stata quella più estrema, senza pioggia e temperature giornaliere molto calde con una vendemmia precoce alla fine di agosto» l'ultimo commento alle annate in degustazione di Davide Ferrarese. Leggendo i dati, poche le piogge annuali, 501 mm e ben 28 i giorni con temperature sopra i 35 C°. I vini? Forse è stata la tipologia – 28 i vini in degustazione – meno convincente e più complicata da decifrare in questo momento, con vini certamente sempre ben sapidi, ma mai completamente convincenti al palato per via di una tensione debole, sebbene non manchino campioni di buona espressività al naso. Ne segnaliamo due, che ci sembrano emergano per finezza, ricchezza e dinamicità al palato. Il Derthona Riserva Tantèi della Cantina Mandirola 1913 e quello di Broglia.