Novità dai disciplinari di produzione: Valcalepio e Scanzo

Novità dai disciplinari di produzione: Valcalepio e Scanzo

Diritto diVino
di Paola Marcone
25 luglio 2025

Valcalepio DOC e Scanzo DOCG sono i due disciplinari lombardi che in questo mese di luglio hanno visto pubblicare in Gazzetta Ufficiale alcune modifiche.

VALCALEPIO DOC

Nuova tipologia, allargamento della base ampelografica con rimodulazione della percentuali ammesse e modifiche sulle norme per la viticoltura. Questi i principali cambiamenti nel disciplinare bergamasco che abbraccia larga parte della provincia.

Tipologie

Accanto al Rosso, al Bianco e al Moscato passito ora è concessa tutela anche al Rosso riserva, prodotto con merlot dal 40% al 90% e cabernet sauvignon dal 10% al 60%.

La resa massima di uva non deve essere superiore a 9 t/ha, il titolo alcolometrico volumico naturale minimo è del 12% mentre la resa massima delle uve in vino finito è stabilita nel 70%.

Prima dell’immissione al consumo il Valcalepio Rosso riserva DOC deve subire un periodo di invecchiamento obbligatorio minimo di 3 anni, di cui almeno 1 anno in botti di rovere. 

Uve utilizzabili

Per quanto riguarda il Bianco nulla è cambiato: continua a essere prodotto con pinot bianco e/o chardonnay, congiuntamente dal 55% all’80%, e pinot grigio dal 20% al 45%.

Il Moscato passito, invece, deve essere prodotto sempre da moscato di Scanzo e/o moscato.

L’utilizzo però non è più richiesto in percentuale del 100%, ma in una forbice dall’85% al 100%, con eventuale saldo, fino ad un massimo del 15%, di uve provenienti da vitigni a bacca nera, idonei alla coltivazione nella Regione Lombardia.  

Sostanziali le modifiche di uvaggio per il Rosso: il merlot mantiene la percentuale minima del 40% ma vede salire al 90% (dal 75%) la percentuale massima di utilizzo; il cabernet sauvignon, viceversa, decrementa dal 25% al 10% il minimo utilizzabile sempre mantenendo la percentuale massima al 60%. 

La novità più significativa è la possibilità di saldo nella produzione del vino anche di uve provenienti dai vitigni franconia, incrocio Terzi N.1, merera, rebo e petit verdot da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 15%. 

L’inserimento nella base ampelografica di questi vitigni è motivata nel disciplinare in quanto capace di rafforzare ulteriormente il legame con il territorio. 

“L’Incrocio Terzi” – si legge infatti nel paragrafo dedicato alle informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto, essenzialmente o esclusivamente attribuibili all'ambiente geografico -  “è un vitigno autoctono, nato sul territorio dal lavoro del bergamasco Riccardo Terzi incrociando Barbera e Cabernet franc. (…) E’ apprezzato per la buona produttività, l’intensità colorante e la capacità di accumulo zuccherina. (…) Il Franconia è un vitigno di origine austriaca (...) In Provincia di Bergamo, noto anche col sinonimo Imberghem è stato censito in modo diffuso, ma poco quantificabile, in molti vecchi vigneti a uve miste ubicati nella fascia collinare a testimonianza del fatto che la sua presenza in queste zone risale a molte decine di anni fa. I primi documenti che ne attestano la presenza in Provincia di Bergamo risalgono al catasto del 1929, ma la sua massima diffusione risale agli anni ’50. Questo vitigno era apprezzato all’epoca perché molto produttivo, resistente alle principali avversità e ai freddi invernali. (…) La Merera era diffusa in provincia di Bergamo sicuramente a partire dal XVIII sec. (…). Le altre tracce ufficiali relative al vitigno risalgono al 1950; difatti Bruno Marangoni nella pubblicazione “Note di Viticoltura Bergamasca” nel capitolo “ Qualche considerazione sui vitigni più importanti della Bergamasca”, descrive la Merera: “A quanto io sappia non viene coltivata fuori dalla nostra provincia, produce costantemente […] è molto rustica ed è immune dal marciume del grappolo”. Nel corso degli anni ‘90 la varietà è stata conservata come “storica” nel vigneto sperimentale, condotto dalla provincia di Bergamo, assieme ad altre vecchie varietà bergamasche, non iscritte al Registro Nazionale.”.

Viticoltura

E’ da annotare l’introduzione del limite di densità per impianti e reimpianti, prima non indicato e ora fissato ad almeno 3000 ceppi per ettaro, e l’innalzamento delle quote altimetriche dei terreni ritenuti idonei alla coltivazione: si passa dai 500 ai 600 metri s.l.m. per tutte le uve a bacca rossa e dai 600 ai 700 metri s.l.m. per chardonnay, pinot bianco e pinot grigio. 

SCANZO o MOSCATO DI SCANZO DOCG 

Mirate precisazioni sono state introdotte nel disciplinare della piccola denominazione bergamasca.

In particolare:

- nelle norme per la vinificazione è stato esplicitato che “sono consentite soltanto pratiche enologiche tradizionali, leali e costanti, atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche” mentre per quanto riguarda l’invecchiamento, fermo l’obbligo di un periodo minimo di 2 anni, è stato espressamente stabilito che “Per mantenere le peculiari caratteristiche è vietato l’utilizzo di contenitori in legno.”. 

- tra le caratteristiche al consumo, confermata la necessità che il vino presenti una acidità totale minima di 4,50 g/l, è stata inserita anche la quantità massima di acidità volatile ammessa, fissata in 25 meq/l.