Franciacorta. Inizia l’era Moretti. Focus su export e turismo

Franciacorta. Inizia l’era Moretti. Focus su export e turismo

Interviste e protagonisti
di Giordana Talamona
31 marzo 2016

Le 113 aziende del Consorzio Franciacorta hanno scelto Vittorio Moretti come nuovo Presidente. Tra gli obiettivi del suo mandato il rilancio dell’export e del territorio della Franciacorta che dovrà diventare un importante polo attrattivo turistico per gli stranieri. La nostra intervista

Vittorio MorettiHa le idee chiarissime Vittorio Moretti, nuovo presidente del Consorzio Franciacorta, sugli obiettivi stringenti del suo mandato: «La Franciacorta dovrà arrivare a esportare almeno il 50% delle bottiglie. Oggi il territorio produce circa 16,5 milioni di Metodo Classico, ma può tranquillamente crescere, arrivando a toccare la vetta dei 20 milioni. Di questi, almeno 10 milioni di bottiglie dovranno andare all'estero, perché il mercato nazionale è già abbastanza compresso, anche a causa di una serie di competitor italiani che fanno Metodo Classico, primo fra tutti il Trento Doc». 

Un programma ambizioso, quello di Vittorio Moretti, tenuto conto che nel 2015 l'export di Franciacorta si è attestato a 1,5 milioni di bottiglie vendute, equivalenti al 9,1% circa della produzione totale. Secondo i recenti dati pubblicati dall'Osservatorio Economico Franciacorta i mercati più importanti dove oggi si esporta Franciacorta sono il Giappone (22%), gli Stati Uniti e la Svizzera che incidono complessivamente per il 14%. Un trend di crescita iniziato, per la verità, già nel 2014 sia per la Svizzera, che aveva registrato un incremento che superava il 40%, che per il Regno Unito (+150%), grazie a importanti investimenti di comunicazione iniziati negli anni precedenti. Il tasso di crescita è proseguito anche nel 2015, sia per il Giappone (+ 19% ) che per gli Usa (+ 16% ). 

Dati incoraggianti, non c'è che dire, ma è evidente che per raggiungere l'ambizioso progetto di 10 milioni di bottiglie esportate, occorreranno cospicui investimenti e una programmazione sul medio-lungo periodo, che cambierà inevitabilmente l'aspetto di un territorio che oggi ha 3150 ettari vitati, di cui 2800 ettari di Franciacorta Docg (82% Chardonnay, 14% Pinot Nero, 4% Pinot Bianco).

«Non c'è ancora una previsione sulle tempistiche, ma stiamo realizzando un programma strategico che possa dare una visione operativa per i prossimi anni. - sottolinea Moretti. - È evidente, tuttavia, che l'Italia potrebbe rimanere dominio dei piccoli e medi produttori, mentre l'estero potrebbe essere affrontato delle aziende più grandi, che hanno maggiore prodotto da offrire e più forza economica. L'estero costa molto, perché l'Italia non ha un sistema di aiuti economici efficace quanto quello francese, capace di sostenere concretamente le aziende che vogliono affrontare la sfida dell'export. Senza contare che all'estero ci confrontiamo con un grande prodotto come lo Champagne, che ha una storia più lunga della nostra ed è molto aggressivo sul mercato. Abbiamo tuttavia il vantaggio di avere lo stesso metodo di produzione, quello Champenoise, che ci permette di avere un denominatore comune, quindi rimango molto ottimista sul fatto che non dovrebbe essere difficile ritagliarci una cospicua fetta di mercato accanto allo Champagne". 

E che Vittorio Moretti ci veda lungo, lo dimostra la sua storia di imprenditore di successo, che nella Holding Terra Moretti ha saputo mettere assieme, oltre alle costruzioni e ai prefabbricati, da sempre core business della famiglia (reminiscenze storiche provano che i Moretti siano costruttori sin dal 1400), sia il piacere dell'ospitalità con L'Albereta a Erbusco e L'Andana a Castiglione della Pescaia, che l'amore per la terra con Bellavista, Contadi Castaldi, Petra e Tenuta La Badiola. Proprio Bellavista, pluripremiata azienda che produce oggi un milione e mezzo di bottiglie, è nata negli anni Settanta per lo stretto legame di Moretti con la terra e la natura. «Il progetto iniziale prevedeva solamente la creazione di una casa in collina, con una cantina che servisse per produrre bollicine per me, gli amici e i clienti. Sono sempre stato legato alla terra, date le origini contadine di mia madre. Eravamo a metà degli anni Settanta, e da dieci anni avevo fondato la mia prima azienda di costruzioni che rendeva bene, quindi decisi di acquistare del terreno e cominciare a produrre vino. Nel '77 abbiamo fatto la prima vinificazione, poi le cose si sono evolute naturalmente dopo un viaggio in Champagne, dove capii come sarebbe potuta diventare la Franciacorta. Durante quel viaggio ebbi la netta sensazione che visitando il territorio della Champagne, si respirasse il prodotto. Noi, allo stesso modo dobbiamo essere in grado di promuovere il territorio della Franciacorta, affinché rappresenti appieno i nostri spumanti». Che in altre parole significa hotel, ristoranti di lusso e servizi che rendano la Franciacorta un polo attrattivo turistico. 

Non che Vittorio Moretti non si sia già speso in questi anni per promuovere il territorio. È sua la realizzazione del Franciacorta Golf Club, una delle prime iniziative di ampio respiro della Moretti Real Estate, con tre percorsi da 18 buche, dove ogni buca è oggi sponsorizzata da un'azienda del Consorzio.

«Occorre che la Franciacorta si attivi per portare turismo estero, non solo italiano, creando dei servizi e delle strutture che possano richiamare pubblico alto spendente da tutto il mondo. Se riusciremo a creare questa immagine di qualità all'estero, riusciremo ad acquisire nuove fette di mercato, perché un prodotto per essere venduto, deve avere identità e credibilità». Secondo i dati pubblicati dalla Provincia di Brescia per l'anno 2014, in Franciacorta si è registrata una presenza di 208mila persone presso le strutture alberghiere ed extralberghiere, 63mila delle quali provenienti dall'estero. 

Franciacorta a Expo

Un progetto che trae origine anche dall'onda lunga del post Expo, durante il quale la Franciacorta si è aggiudicata la gara come "Official Sparkling Wine", promuovendo la propria immagine attraverso gli eventi e il Wine-Bar posizionato sul decumano maggiore, dove sono state stappate 21mila bottiglie per oltre 145mila visitatori provenienti da tutto il mondo. «Expo è andato benissimo, l'ha seguito Maurizio Zanella dall'inizio alla fine, e ritengo sia stata una splendida vetrina che ci ha permesso di creare ottimi contatti, con degli investimenti tutto sommato non eccessivi». L'operazione per l'aggiudicazione del bando di gara per l'official sponsorship è stata di 380mila euro cash, più l'equivalente di 80mila euro di prodotto. Le principali attività di promozione durante Expo 2015 hanno coinvolto in maniera sinergica partner come Lanzani Bottega & Bistrot, che si è occupata della gestione della parte food all'interno del Wine Bar; Uvet per la gestione dei flussi turistici in Franciacorta nel corso del semestre, la Camera Nazionale della Moda Italiana, Fratelli Rossetti, Parmigiano Reggiano, Calvisius Caviar, l'Associazione Italiana Sommelier, Alitalia e Trenord. Senza contare che la Franciacorta ha avuto anche una sua area dedicata nel Padiglione Lombardia, un corner nella Vip Lounge del Media Centre e un altro nell'enoteca dell'Area Slow Food. 

E sull'eterno parallelismo Franciacorta-Champagne, Vittorio Moretti esprime, in ultima battuta, il suo personalissimo punto di vista. «In linea di massima siamo riusciti ad avere una qualità media produttiva molto alta in Franciacorta e per certi versi stiamo facendo meglio dei francesi. Sul biologico e sullo studio del territorio, per esempio, siamo molto più avanti rispetto alla Champagne, perché in questi anni abbiamo investito molto sulla zonazione della Franciacorta. In Francia siamo tenuti in grande considerazione, tutti gli amici che ho pensano che in Franciacorta si producano dei grandissimi prodotti e li confrontano con gli Champagne».