I sogni si possono avverare. Susanna Crociani

I sogni si possono avverare. Susanna Crociani

Interviste e protagonisti
di Alessandro Franceschini
02 novembre 2010

Non partecipa all’anteprima locale dedicata alla stampa ed ai buyer di settore, non manda campioni alle guide, ma non è così difficile, comunque, reperire informazioni su di lei e la sua storica azienda in rete. “Dedicavo del buon tempo al mio blog, ma ora mi è impossibile, il tempo è poco ed il lavoro moltissimo”.

Tratto da L'Arcante N°14

Susanna CrocianiC'è da gestire il punto vendita, con annessa cantina in uno storico palazzo nel centro di Montepulciano, l'ufficio, coordinare il lavoro in vigna, collaborare insieme a Massimo Bigi ai tanti aspetti annessi all'ospitalità dell'agriturismo che posseggono a pochi passi dalla frazione Acquaviva e poi, per finire: accudire quattro gatti e parlare con le botti. "A volte ci litigo anche e le minaccio di scomporle in mille pezzi se non fanno il loro dovere". Susanna ha il piglio della vignaiola, ma non lo è completamente. Però lotta, da sempre, come facevano prima il padre Arnaldo, "il Cantastorie" di Montepulciano ed il fratello Giorgio, prematuramente scomparso nel 2007. "I sogni si possono avverare; questo mi ha insegnato mio padre". Già, perché decidere a 55 anni, era il 1985, di aprire finalmente la sua cantina e di imbottigliare il suo vino da vigne di proprietà non è impresa da poco. Anche se nel vino ci si è cresciuti e nati e si sa cosa fare, dove mettere le mani e dove non metterle. I vini targati Crociani sono da sempre, anche oggi, schietti, a tratti severi inizialmente, ma con il giusto tempo, che decidono insindacabilmente loro, sanno darsi in modo genuino, elegante, con la classe che appartiene solo ai grandi vini. La sua attuale condottiera, come accade spesso con i vignaioli, ha lo stesso carattere delle sue creature, anche se non è ben chiaro chi dei due abbia influenzato l'altro. Se qualcuno trovasse ancora in giro un suo Nobile del 1999 rimarrebbe folgorato dell'incredibile suadenza del sangiovese, quel prugnolo gentile che per comprendere appieno  devi inizialmente accettarlo nella sua irruenza: "Quell'aroma particolare che sprigiona il nostro sangiovese lo puoi capire solo se assaggi anche le prugne tipiche della nostra zona". Sono le cosiddette "Coscia di monaca": se le cogli mature, e magari non trattate, direttamente dall'albero, comprendi nitidamente cosa significa il sapore e l'aroma di confettura. Niente merlot, quanto meno nel suo Nobile, anche se il disciplinare, recentemente diventato ancor più elastico, lo consentirebbe.

"All'inizio è stata dura, perché mio fratello aveva ricevuto il passaggio di consegne da mio padre prima di morire, io no da mio fratello, scomparso all'improvviso". D'altronde un tempo aveva affermato con sicurezza che non avrebbe mai messo piede in cantina: la musica era il suo lavoro, la sua vita, quasi ventiquattro ore al giorno. Sino al 2003 è stata direttrice di produzione per conto di agenzie che organizzano concerti per cantanti. Prima ancora aveva svolto lo stesso ruolo nel settore della musica classica. Niente fissa dimora, costantemente in tour per seguire ogni singolo dettaglio, comprese le bizze di star musicali, o presunte tali. Poi quel mondo "le viene a noia" e decide di tornare a casa: "Mi è servito il mio ex lavoro, anche nel mondo del vino". Mille cavilli, mille burocrazie, il sospetto (o la speranza) da parte di qualcuno che potesse anche mollare e vendere. Oggi, nonostante il periodo non sia dei più agevoli, produce quasi 100 mila bottiglie su più referenze e quella meticolosità che ha caratterizzato il suo passato, insieme ad una sorta di nomadismo in giro per l'Italia e l'Europa certo le son venute in aiuto, anche nei momenti più bui. Come? Un ottimo inglese ed una grande capacità comunicativa, insieme alla sopportazione della fatica, le consentono di girare il mondo, con la macchina o l'aereo per parlare del Nobile di Montepulciano prima e dei suoi vini poi. La crisi, in questo modo, morde, ma procura ferite cicatrizzabili velocemente. Suo padre un giorno le disse: "Quando tu lavorerai qui, allora farò un rosato". Forse è proprio giunto il momento.

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