La Costa, quando il vino parla brianzolo

La Costa, quando il vino parla brianzolo

Interviste e protagonisti
di Davide Gilioli
11 giugno 2022

Le prime due Rose Oro nelle ultime due edizioni, una novità assoluta per il territorio e la conferma della vocazionalità delle terre lariane

Tratto da Viniplus di Lombardia - N° 22 Maggio 2022

La provincia di Lecco è ritenuta, dal punto di vista vitivinicolo, una terra “giovane”, ancora in fase emergente.
Tuttavia se si scava nella storia dei meravigliosi terrazzamenti morenici dell’areale di Montevecchia è possibile trovare testimonianze confortanti sulla produzione di vini di qualità: dal poeta ottocentesco Carlo Porta allo scrittore Mario Soldati (autore di “Vino al vino”, 1969) le colline della provincia lecchese sono spesso citate come riferimento. Ma dopo lo spopolamento degli ultimi 50 anni a favore delle zone industriali, la natura è tornata a impadronirsi delle colline, lasciando solo qualche cascina isolata, come quella in cui si è insediata l’azienda La Costa.

Clicca sull'immagine per scaricare l'articolo completo in PDFLa genesi del progetto aziendale
La Costa nasce nel 1992 a Perego (LC), quando Giordano Crippa decide di acquistare una casci- na e i terreni circostanti, abbandonati da decenni, all’interno del Parco Naturale di Montevecchia. Ma il vino, in questi anni, non è ancora il prota- gonista. «Non avevo ancora compiuto 18 anni, sognavo studi di ingegneria e mal sopportavo l’idea di legarmi ad una vita agreste» ci racconta Claudia, figlia di Giordano e attuale factotum
dell’azienda. «Inizialmente quella cascina era l’hobby di mio padre, un posto dove trovarsi con gli amici». Ma il contatto con agronomi ed enologi cambierà la sua vita. Nel 2000 la pri- ma “vera” vendemmia e Claudia, laureatasi in viticoltura ed enologia, è in cantina, al posto di comando. La favola può cominciare.

Territorio, vitigni e denominazione
«La gente che sale fin qui non si immagina un luogo del genere» afferma Claudia con un sor- riso compiaciuto. «Quando pensi alla Brianza t’immagini industrie e mobilifici». E invece ec- coci sedotti da un particolare microclima e da terreni calcareo-marnosi che donano profumi intensi e spiccata sapidità a vini che in gioventù possono apparire taglienti, ma che con il tempo in bottiglia acquistano eleganza e profondità.
La scelta dei vitigni è il frutto di numerosi stu- di ampelografici condotti con l’Università Stata- le di Milano e grazie a prestigiose collaborazioni con professori del calibro di Osvaldo Failla e Attilio Scienza. Per il pinot nero, molto presente in queste zone nell’Ottocento, sono stati recupe- rati vecchi ceppi propagati mediante selezione massale. Al posto di croatina, barbera e schiava, si è preferito puntare su vitigni a bacca bianca con potenziale evolutivo, come chardonnay e riesling renano, ma salvaguardando anche la ti- picità con incrocio manzoni e verdese, varietà locale per antonomasia. Il merlot, infine, è arri- vato nel 2006, per merito della sua adattabilità a questi terreni e al clima.
Il Consorzio Terre Lariane IGT nasce, inve- ce, nel 2008 su iniziativa di sette aziende pro- duttrici, fra le quali La Costa rappresenta la “capofila”, con Claudia come Presidente fin dal primo mandato. Obiettivo: valorizzazione del territorio, condividendo esperienze, conoscenze e risorse per effettuare una mappatura delle zone più vocate e agire in maniera congiunta anche da un punto di vista commerciale.
«Il ricambio generazionale è stato importan- tissimo per rilanciare questa zona – conclude Claudia – e il progetto comune di adottare gli stessi consulenti in vigna e cantina si sta rive- lando prezioso per dare uno stile e un’identità unitari alla IGT, pur nel rispetto delle singole peculiarità di ciascuna azienda».