Alla ricerca della bottiglia leggera

Alla ricerca della bottiglia leggera

La Francia in presa diretta
di Samuel Cogliati Gorlier
02 dicembre 2025

Impattare meno sulle emissioni di carbonio con un vetro meno pesante. È una delle strade percorse da iniziative private e consorzi francesi.

Anche se magari non ci pensiamo, il peso di una bottiglia di vetro impatta sensibilmente sulla contabilizzazione delle emissioni di carbonio, quindi sul surriscaldamento globale. Puntare su un vetro più leggero è una delle strategie che si stanno facendo spazio nel mondo del vino francese. L’obiettivo è duplice: migliorare il “bilan carbone” per motivi ecologici; creare più appetibilità commerciale nelle esportazioni, perché spedizioni meno pesanti sono anche meno costose. 

Vari soggetti, privati o consortili, si sono mossi in tal senso. In Champagne, già oltre tre anni fa la Maison Telmont aveva fatto dei test per ottimizzare ulteriormente un contenitore già alleggerito nel 2011. Per i vini spumanti, che devono contenere una sovrappressione di 5 o 6 bar, la questione è in effetti particolarmente gravosa (circa il 30% delle emissioni di una maison). Le bottiglie standard si attestano poco sotto i 900 grammi, mentre Telmont passa ora a una versione da 800 grammi, che vorrebbe diventasse il nuovo standard per tutta la Champagne. 

Ultimamente la vetreria Verallia e l’organismo consortile Adelphe (operante negli imballaggi e accreditato dallo Stato) hanno dato vita a un binomio che ha iniziato a sostenere in modo efficace il percorso di coloro che vogliono innescare un circolo virtuoso del vetro. La loro azione congiunta consente di fornire finanziamenti e di apportare soluzioni tecniche alla filiera. 

I primi a cogliere questa opportunità, a fine 2024, sono stati i produttori dell’Organisme de défense et gestion (consorzio) dell’appellation Tavel (Rodano sud), seguiti da due denominazioni linguadocane (Picpoul de Pinet e Grés de Montpellier). 

Il colpo grosso però l’hanno fatto i vignaioli dell’Aop Côtes-de-Provence, che hanno ridisegnato, sperimentato e approvato una nuova “flûte provençale” (marchio di forma registrato), che passa da 560 a 420 grammi, con una riduzione del 25% di cui potranno servirsi 440 associati. Da questo mese la produzione industriale, a febbraio 2026 il lancio ufficiale a Wine Paris. Tenendo conto che l’appellation produce mediamente 130 milioni di bottiglie l’anno, poterne stoccare ben 1.338 su ogni pallet avrà un impatto non da poco. 

Più titubante e guardinga la Borgogna. Con la sua campagna “Durable, Agile, Engagée” l’Interprofessione cerca di fare pressione sulla mentalità di produttori e clienti, sottolineando che tra produzione e trasporto il vetro pesa per il 25% delle emissioni della filiera borgognona. Occorre «un cambio di paradigma – scrive il Bivb –: la bouteille lourde [bottiglia pesante] è ancora oggi portatrice di  un’immagine di alta gamma, che occorre smontare».

Crediti foto: ©Syndicat des Vins Côtes de Provence.