Anche il Beaujolais vuole i suoi Premier cru

Anche il Beaujolais vuole i suoi Premier cru

La Francia in presa diretta
di Samuel Cogliati Gorlier
09 gennaio 2025

La regione in pesante crisi commerciale lancia una legittima sfida al mondo dei vini di alta gamma. Ma la strada è ancora lunga.

L’“età dorata” del beaujolais nouveau, caduto in disgrazia, è ormai Storia archiviata. Eppure la patria del gamay, raccolta tra Lione e la Saône-et-Loire, fatica ancora terribilmente a scrollarsi di dosso la fama di un territorio votato alla produzione di rossi industriali, caduchi e sciatti, nella migliore delle ipotesi simpatici.

Il Beaujolais ha visto arretrare drammaticamente la sua produzione, da 23 mila ettari a inizio secolo a meno di 15 mila oggi. A fronte di questa terribile crisi ora la regione cerca di reagire alzando la mira. Lo fa con un’iniziativa dei suoi cru comunali, ovvero le dieci Aop più piccole e di punta. 

Già da alcuni anni i cru più prestigiosi hanno iniziato a vinificare a parte e a proporre sul mercato singoli lieux-dits, ossia vigneti di qualche decina, talora poche centinaia di ettari, storicamente accatastati e riconosciuti come entità enografiche. Un lieu-dit è di fatto un cru specifico, e le istanze locali hanno ritenuto che i tempi fossero maturi per richiedere all’Inao il riconoscimento di Premier cru. Come in Borgogna. Non a caso la querelle tra la Borgogna “nobile” del pinot noir di Digione, Nuits e Beaune, e quella “umile” del gamay non si è mai sopita. 

Così, tra il 2009 e il 2018 è stato condotto un lungo studio di profilazione e di mappatura dei lieux-dits, e nei cinque anni seguenti il lavoro è stato affinato con meticolose e ricorrenti degustazioni destinate a sancire una caratterizzazione delle vigne. I primi a concludere l’opera sono stati i vignaioli dell’Aop Fleurie, che già nel marzo del 2023 hanno stilato e votato un elenco di 7 vigneti che ambiscono allo status di Premier cru. A novembre la domanda è stata ufficialmente inoltrata all’Inao. L’anno successivo sono state le appellations Brouilly e Moulin-à-Vent ad avviare la stessa procedura, rispettivamente per 16 e 14 lieux-dits. Gli altri sette cru comunali sono al lavoro (Côte-de-Brouilly e Juliénas i più solerti). 

L’Institut national des appellations et de la qualité dovrà ora procedere a un lungo lavoro di verifica, a iniziare dagli aspetti geologico-pedologici e storici. Se tutto va bene, ci si attende il varo dei primi Premier cru del Beaujolais nel 2035! • 

Crediti foto: ©Vins du Beaujolais / Etienne Ramousse