In Champagne arriva lo chardonnay rose

In Champagne arriva lo chardonnay rose

La Francia in presa diretta
di Samuel Cogliati Gorlier
27 ottobre 2025

Il nuovo disciplinare di produzione introduce il nono vitigno autorizzato. Che resta una rarità.

Mentre le istanze ufficiali perseverano in un assiduo sforzo di ricerca sui vitigni del futuro, siano essi resistenti o provenienti da altre regioni, l’ultimo disciplinare di produzione dell’Aoc Champagne autorizza ufficialmente una nona cultivar: lo chardonnay rose. 

Non sono passati tre anni dall’introduzione dell’ottavo vitigno, il molto discusso voltis, un PIWI che non sembra entusiasmare nessuno in termini di qualità, che un’ordinanza interministeriale riconosce una nuova varietà.  Lo chardonnay rosa non è altro che una variante del vitigno a bacca bianca, frutto di una mutazione genetica spontanea, che conferisce agli acini una colorazione rosata.  

Il vitigno in realtà non è propriamente nuovo, perché è rintracciabile in Champagne (oltre che in Borgogna) da tempo. Ma finora non era stato annoverato ufficialmente tra quelli autorizzati a produrre lo spumante più celebre del mondo. Ora va ad arricchire la schiera dei vitigni “rari” (o “dimenticati”, come li chiama qualcuno), che giocano un ruolo da comprimari del terzetto ben più noto: pinot noir, chardonnay, meunier. 

Nel 2018 (anno della sua iscrizione al catalogo delle varietà di vite d’Oltralpe), si contavano in tutta la Francia appena 0,1 ettari di chardonnay rose. Osservando il suo comportamento, pare che sia più tardivo e appena meno produttivo del parente a bacca bianca. Il suo succo è leggermente più dolce e meno acido, caratteristiche che non dovrebbero assicurargli un successo straordinario, almeno in Champagne. Ricalca infatti più o meno i limiti che vengono addebitati al pinot gris (chiamato fromenteau in Champagne), rispetto alle altre varianti di pinot. Non è verosimile che sia di per sé destinato alla produzione di spumanti rosati, perché la vinificazione in bianco non permette un’estrazione significativa di colore dalle bucce.  

Sulla carta, lo chardonnay rose non ha dunque inclinazioni tecniche particolarmente funzionali alla spumantizzazione. Il suo riconoscimento ufficiale riflette tuttavia un’apertura benefica e un arricchimento della biodiversità, di cui la Champagne ha di certo bisogno.

Nella foto di apertura vigneti della Montagna di Reims