La Loira trainata dalle esportazioni

La Loira trainata dalle esportazioni

La Francia in presa diretta
di Samuel Cogliati Gorlier
28 maggio 2025

A fronte di un mercato francese in stasi, la valle dei castelli cresce grazie ai bianchi e ai vini mossi. Fermento in Italia.

I vini della Loira vanno controcorrente. In un contesto commerciale difficile per molte regioni d’Oltralpe, i bianchi e gli spumanti di Nantes, Angers e Tours fanno registrare dati 2024 più che confortanti. Tra i mercati esteri più dinamici, Usa, nord Europa, ma anche l’Italia che, pur fuori dalla top 10, è cresciuta addirittura del 68,5% rispetto al 2023. I dati parlano di circa 530mila bottiglie che hanno valicato le Alpi, con un aumento lento ma costante. La quota del mercato italiano sul totale è cresciuta dello 0,3% in valore e dell’1,3% in quantità. 

Che a pagare il prezzo di una congiuntura sfavorevole siano soprattutto i vini rossi è ormai cosa nota. La Loira, primo territorio francese per produzione di vini bianchi fermi ad appellation d’origine (36% dei volumi regionali), trae profitto da questa sua vocazione e riesce a controbilanciare l’andamento generale, che vede la Francia in sofferenza. 

A capeggiare il successo internazionale di questa regione i vini ottenuti dallo Chenin blanc, con nello specifico le Aop Anjou, Saumur, Vouvray, Touraine-Amboise, Jasnières, Savennières. Ma anche i vini effervescenti, primi tra tutti i Crémant-de-Loire, contribuiscono a una bilancia commerciale incoraggiante. Il comparto delle cosiddette fines bulles, ossia vini frizzanti e spumanti, si è espanso del 12% in un anno, fino a raggiungere il 35% dei volumi totali venduti all’estero. 

L’export della Loira è in territorio positivo sia per quanto riguarda i quantitativi (+5% rispetto al 2023) sia per quanto attiene il valore (+5,9%). Il volumi 2024 superano i 53 milioni di bottiglie spedite oltreconfine (oltre un quinto del totale), facendo registrare il terzo anno più positivo da inizio secolo. La crescita dei prezzi è in linea con un andamento di fondo delle bottiglie “premium”. Da questo punto di vista il mercato italiano va un po’ controcorrente: il prezzo medio delle bottiglie (4,3 € esentasse all’origine) lascia supporre che la Loira sia chiamata a sostituire referenze più costose.

Per la valle dei castelli il 2024 segna il miglior incasso dal lontano 2000, con oltre 200 milioni di euro di controvalore. «Abbiamo compiuto un passo in avanti verso il nostro obiettivo, commenta Camille Masson, presidente del consorzio InterLoire, ossia raggiungere entro il 2023 il 30% di vini esportati». •

Fonte foto: interprofession des vins du Val de Loire (Interloire)