Languedoc: è la fine delle Corbières

Languedoc: è la fine delle Corbières

La Francia in presa diretta
di Samuel Cogliati Gorlier
09 settembre 2025

Dopo il gigantesco incendio del mese di agosto si contano i danni e si prova a reagire. La denominazione produce per l'85% vino rosso.

Lo scorso 5 agosto il più grande incendio boschivo degli ultimi anni è scoppiato nel sud della Francia. Innescato a Ribaute, il fuoco si è mosso a una velocità impressionante (5-6 km/h), spinto dal cers, il vento di nord-ovest. In pochissimi giorni l’esito è stato devastante: 17mila ettari bruciati, con un grave coinvolgimento della viticoltura. Le stime, ancora provvisorie, parlano di almeno 1.500 ettari vitati andati in fumo, e altri 500 ettari coinvolti parzialmente. 

Le Corbières, ampio areale viticolo del Languedoc, sono ufficialmente una delle denominazioni d’origine storiche della regione: Aoc dal 1985, vantano delle delimitazioni legali sin da un secolo fa. L’appellation si estende su circa 8mila ettari di vigneto, un quinto del quale dunque divorato dalle fiamme della scorsa estate. Niente di sorprendente, quale che sia l’origine dell’incendio, se pensiamo che questo territorio ha ricevuto appena 315 mm di pioggia da inizio anno (una triste “norma”: 245 mm in tutto il 2023, 300 mm nel 2022...) e che ad agosto le temperature hanno spesso sforato i 40 °C. 

Il punto è che questo cataclisma “naturale” impatta un’area già in grossa sofferenza. L’Aoc Corbières produce per l’85% vino rosso, la tipologia più colpita dalla pesante crisi commerciale che attraversa il vino, francese e non. Nonostante gli aiuti d’emergenza (appena 8 milioni, ossia 5mila euro l’ettaro, per via dei recenti tagli imposti all’agricoltura dal governo Bayrou), la solidarietà (locale e online), l’intervento delle assicurazioni (spesso contingentato dalle franchigie), per varie aziende agricole il mega-fuoco del 2025 rischia di essere la goccia che fa traboccare il vaso. 

Le istanze nazionali e regionali parlano di un “piano Marshall” per le Corbières, per ripensare da cima a fondo il modello di un territorio in prima linea sul fronte del surriscaldamento globale. Ma non manca chi già vede all’orizzonte la speculazione del fotovoltaico. «In dieci anni – ha dichiarato il presidente della Camera dell’agricoltura dipartimentale – abbiamo perso il 18% delle aziende agricole e 2.500 ettari di vigneto, e la temperatura è salita di 0,5 °C. Scivolare nella povertà è un attimo». 

Fonte foto: Copernicus / Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International. L'area di color marrone indica la zona colpita dall'incendio.