Il nuovo corso del Lambrate

Il nuovo corso del Lambrate

Non solo vino
di Maurizio Maestrelli
14 aprile 2016

Lo storico birrificio milanese, pioniere della birra artigianale in città, festeggia i suoi primi vent’anni “regalandosi” un nuovo impianto di produzione e spazi più ampi di cantina. Sempre ovviamente nel cuore di Lambrate, a dimostrazione che, a volte, nelle scelte imprenditoriali conta più il cuore del portafoglio…

Birrificio Lambrate | Fabio Brocca, Ivo Fumagalli e Mattia BonardiI tempi gloriosi e rocamboleschi dei "pentoloni" sono ormai trascorsi. Anche se lo spazio temporale permette a un manipolo di "vecchi" avventori di ricordarli con un pizzico di commozione e una bella dose di fierezza. Il Birrificio Lambrate festeggia nel 2016 i suoi primi vent'anni e diventa grande. Letteralmente. Già perché il vecchio impianto di produzione, stipato in via Adelchi 5 a due metri di distanza dal locale, sarà dismesso a breve. «Ormai era impossibile fare fronte alle richieste non tanto dei nostri locali», ci spiega Fabio Brocca, headbrewer del Lambrate fin dalla sua fondazione, «quanto di tanti altri pub italiani che vogliono le nostre birre. Il limite fisico è stato raggiunto da tempo, soprattutto per quanto riguarda la cantina di maturazione e stoccaggio del prodotto».

Chi ha avuto modo recentemente di visitare il birrificio non avrà avuto difficoltà ad accorgersi quanto siano atleticamente bravi i ragazzi che ci lavorano. Tutto fatto a regola d'arte ci mancherebbe e in assolute condizioni di sicurezza, ma in quanto a comodità... Beh, mettiamola così, per muoversi all'interno del birrificio è necessario essere snelli.

Tuttavia i limiti imposti dalle dimensioni dei fermentatori non ha impedito a Fabio e al suo team, composto da Mattia Bonardi, Stefano Zandalini e Ivo Fumagalli, di chiudere il 2015 con una sequenza impressionante di nuove birre. Sequenza impressionante non solo in termini numerici, almeno una decina di nuove etichette, ma soprattutto per costanza qualitativa. È vero che il Lambrate aveva abituato bene i suoi aficionados. È sempre stato obiettivamente difficile infatti trovare fuori forma nei due locali di proprietà, lo storico di via Adelchi e il più recente di via Golgi, qualche birra classica come la Montestella, la Sant'Ambroeus o la Ghisa e altrettanto dicasi quelle di più recente introduzione come Ligera, Ortiga, Su de Doss; ma nessuno era forse preparato a questa esplosione di creatività che ha fatto accendere i riflettori sul Lambrate anche al di fuori del circuito milanese. Tanto che Fabio Brocca ha ottenuto qualche mese fa l'ambito riconoscimento di Birraio dell'Anno, premio organizzato da una rivista del settore, Fermento Birra, e conferito tramite voto segreto da una giuria di quasi un centinaio di esperti tra giornalisti, publican e distributori.

Un titolo, a nostro avviso, meritatissimo sia dal punto di vista storico - il Lambrate è sempre stato considerato una delle più brillanti realtà birrarie artigianali d'Italia - sia dal punto di vista della stretta attualità, per il succitato motivo legato alla raffica di nuove produzioni che hanno visto la luce nel 2015.

Birrificio Lambrate - Nuovo impiantoE ora? Quale futuro attende il più "storico" birrificio artigianale sotto il Duomo? I 2016 oltre a essere l'anno del ventennale è un vero e proprio punto di svolta perché, come detto, l'impianto di via Adelchi prenderà un'altra destinazione (almeno parzialmente) mentre sta sorgendo (mentre scriviamo, ma mentre state leggendo la cosa potrebbe già essere diventata realtà) il nuovo impianto in via Sbodio. Sempre a Milano e sempre nel quartiere Lambrate.

Vale la pena soffermarsi un secondo sulla scelta dei lambratesi (i fratelli Giampaolo e Davide Sangiorgi e i fratelli Fabio e Alessandra Brocca) perché chiunque capirebbe al volo come la scelta di restare all'interno del proprio quartiere è dettata da una volontà ben precisa. Quella cioè di restare una realtà locale e legata alla propria città. Scelta senza dubbio più onerosa rispetto a quella di spostarsi nell'hinterland e, pertanto, maggiormente meritevole di encomio. Da parte di tutti, anche delle istituzioni cittadine abbiamo voglia di sottolineare.

La nuova struttura prevede dunque una sala cottura di maggiori dimensioni, tre caldaie invece di due, uno spazio dedicato ai fermentatori e ai maturatori, la linea d'imbottigliamento e d'infustamento, un'ampia sala destinata alla cantina e una riservata alla macinatura dei malti. A corredo anche gli uffici amministrativi e commerciali.

Un bel salto in avanti, non c'è che dire, per un gruppo di ragazzi che quando aveva iniziato poteva produrre 500 litri di birra alla volta. Birra che veniva servita nel locale adiacente e birra che, una volta terminata, imponeva giocoforza il "fuori tutti" e la calata della serranda. Oggi come oggi il Birrificio Lambrate produce all'incirca 6200 ettolitri l'anno con solo un 40% che trova la via dei locali di proprietà, il resto viaggia in Italia e un po' anche all'estero. «Con il nuovo impianto e la nuova cantina», prosegue Fabio Brocca, «contiamo da subito di crescere di un 20% circa. Ed è un calcolo che faccio semplicemente accontentando le richieste che ci arrivano e che, oggi, non possiamo accontentare. Ma le potenzialità del nuovo birrificio potrebbero far raddoppiare la produzione senza problemi».

Noi ce lo auguriamo perché la storia del Lambrate non è solo una storia di birre ben fatte, di profumi e di gusto, ma anche una storia di un'idea che è diventata un progetto imprenditoriale serio e che, oggi, dà lavoro a una quarantina di persone. Di questi tempi, non ci pare davvero poco...

BirrificioLambrate

Birrificio Lambrate

Anno di fondazione: 1996

Brewpub: Via Adelchi, 5

Pub-Ristorante: Via Golgi, 60

Nuovo Birrificio: Via Sbodio, 30/1

www.birrificiolambrate.com

BirrificioLambrate_LeBirre

Le birre da non perdere

Con più di quaranta birre prodotte nel corso della sua storia, una volta entrati in uno dei due Lambrate, non avrete che l'imbarazzo della scelta. Se volete stare sul classico vi suggeriamo di provare la Montestella: chiara, 5% vol, servita in boccale con un delizioso aroma erbaceo e un gusto appena leggermente amaro. Se invece quello che cercate in una birra è la sensazione pseudocalorica e la dolcezza del caramello vuol dire probabilmente che siete fatti per la Sant'Ambroeus: ambrata, 7% vol, corroborante e persistente. Ma se vi sentite di percorrere nuove strade e amate farvi sorprendere assaggiate la Su de Doss: blanche da 5% vol, aromatizzata con coriandolo, scorza di lime e un pizzico di sale rosa dell'Himalaya. Oppure osate con la Grateful Deaf Black Chili Rye Ipa: scura, 7% vol, con segale e un tocco di habanero.

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