Non solo chef: Gianfranco Vissani superstar eletto...

Non solo chef: Gianfranco Vissani superstar eletto...

Non solo vino
di Luigi Caricato
01 aprile 2008

...miglior comunicatore della cultura dell'olio d'oliva. "Tutto si può immaginare, tranne che riconoscere la competenza del noto chef in materia di oli di oliva". Il punto di vista di Luigi Caricato

Strano paese l’Italia. Sempre pronto a riverire personaggi noti, poco importa se meritevoli di considerazione o meno. E’ sufficiente apparire in Tv e tanto basta per meritare ampi consensi. Poi si può affermare e fare di tutto, si è sempre difesi e anche vezzeggiati in tal caso. Di conseguenza, quando la prestigiosa città di Imperia (storica capitale dell’olio del Nord Italia nel glorioso passato dei grandi marchi che varcavano con successo e grande baldanza l’oltre oceano) ha inteso premiare Gianfranco Vissani con l’assegnazione del premio Grinzane Cavour quale “miglior comunicatore della cultura dell'olio di oliva” sono rimasto, lo confesso, come stordito. Tutto si può immaginare, tranne che riconoscere la competenza del noto chef in materia di oli di oliva. Chi legge e si informa sa bene le molte inesattezze da lui comunicate, non solo in video, sono state tanto gravi al punto che Luigi Veronelli lo ebbe a escludere per anni dalla sua guida ai ristoranti, in forma di severa e coraggiosa protesta.
Ora, non voglio qui infierire sul personaggio, che pure ha il suo vasto pubblico e i tanti incensatori, tra i quali molti giornalisti. Non entro evidentemente nel merito della sua indubbia bravura di chef, perché ne riconosco le qualità, sia perché una sola volta ho potuto apprezzarne le capacità, sia perché chi lo incensa nelle varie guide avrà pure buoni motivi per farlo.
Mi impunto però su una questione per me importante e centrale: perché, di fonte a una scarsa cultura generale in materia di oli di oliva, si deve dare spazio, attribuendo di conseguenza credibilità a un simile personaggio, quando poi volontariamente e sistematicamente non accetta le acquisizioni della scienza al riguardo?
Già, bella domanda: peccato che in Italia valga più la parola dello chef Vissani piuttosto che quella di chi (elenco alcuni nomi a caso, i primi che mi vengono in mente: Bruno Berra, Lanfranco Conte, Giovanni Lercker, Francesco Visioli, Natale Frega...) ha studiato per decenni, o addirittura un’intera vita e su più fronti di indagine, gli oli di oliva.

E’ sufficiente che Vissani dica qualche battuta delle sue che tutti lo seguono senza punto fiatare, chiudendo perfino ogni spiraglio all’intelligenza. Per carità, buon per Vissani se detiene questo potere sulle menti altrui. Però, arrivare a premiarlo quale miglior comunicatore di una cultura dell’olio mi sembra esagerato, tanto più che ha sempre sostenuto l’inopportunità dell’impiego degli oli extra vergini di oliva in frittura, andando così contro le evidenze scientifiche, nonostante i molti riscontri di laboratorio.
Capite, dunque, che un po’ di sentimento di indignazione ci sta pure? Io già immagino il rude Vissani, pronto a liquidare tale mia nota con un liberatorio “è tutta invidia”. E invece no, non è invidia: perché c’è un limite alla decenza, un limite che va pur rispettato. E così, pare che si debba accettare in silenzio che si possano premiare tali soggetti, nonostante tutto, nonostante abbiano addirittura invitato a friggere con olio di soia, anziché con gli oli di oliva, proprio in sfregio al buon senso e al fatto che sin all'inizio del '900 in Francia sia stata emanata una legge che ne vieta perfino l'uso alle alte temperature perché si sviluppano tossine.
Ma non si è trattata di una gaffe episodica, quella di Vissani, anche perché, in diverse occasioni, ha comunque ribadito l’inadeguatezza degli oli extra vergini di oliva in cottura, ripiegando sul solo condimento a crudo dei cibi. Questo è lo stato della realtà, piaccia o meno e noi ne prendiamo atto, consapevoli che non cambierà nulla. D’altra parte, così va il mondo. Sempre lo stesso Vissani, tra l’altro, ebbe a sostenere che l’olivo e l’olio siano stati importati dalle Americhe insieme con i pomodori e le patate, altro che civiltà mediterranea.
Cosa si può pretendere mai? Il mondo dello spettacolo è sempre il mondo dello spettacolo. Occorre accettare senza fiatare. Se c’è un pubblico che applaude, perché allora scandalizzarsi?
Certo, qualcuno tra voi mi dirà che un personaggio mediatico ha comunque la forza di suggestionare il pubblico, confondendolo. Lo so, ma cosa si può fare se un certo mondo dei salotti bene – a partire da Massimo D’Alema – ha contribuito a elevare lo chef di Baschi ai ranghi perfino dell’alta cultura? Bisogna solo pazientare. Intanto Vissani, dopo lo scontro che ha avuto indirettamente con me per il tramite dell’agenzia giornalistica AdnKronos, ha dichiarato candidamente di coltivare mille olivi e di possedere un buon bagaglio di esperienza in campo. Già, come sconfessarlo a questo punto? Io me lo immagino – credetemi – in tenuta da contadino, seppure ben vestito.
Ed effettivamente starebbe più che bene tra gli olivi e in frantoio, ma non per gioco, per davvero, a lavorare, ma senza telecamere, per un anno sabbatico lontano dal video. Forse ne guadagnerebbe in umiltà.

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