Erminio Landriani - Enoteca al Castello

Erminio Landriani - Enoteca al Castello

Sommelier al lavoro
di Giordana Talamona
11 aprile 2012

Erminio Landriani, che gestisce con la moglie Angela l’enoteca Castello di Pavia, ha potuto assistere all’evoluzione del settore vitivinicolo, non esente come molti altri da crisi, mode e tendenze.

Erminio LandrianiNon sembra disilluso, tutt’altro, sembra piuttosto conservare la lucida consapevolezza di cosa sia davvero importante per fare un grande vino e di quanta esperienza ci voglia per dirsi seri professionisti. “Noi, per il cliente, dobbiamo essere una garanzia – afferma Landriani, con voce sicura. Come a dire che il requisito di pregio, per essere portavoce responsabile della qualità, è la conoscenza diretta dei vini, l’unica che, talvolta, sa demolire anche i luoghi comuni più radicati.

Trent’anni di attività sono un bel traguardo. È nata prima l’enoteca o la passione per il vino?

Chiaramente quella per il vino, perché nonostante sia un perito elettrotecnico, ho sempre sentito una forte passione per questo settore. Quando, dunque, nell’82 ebbi la possibilità di aprire questa enoteca, non ci pensai su molto. L’anno dopo mi iscrissi al primo corso AIS e nell’86 diventai sommelier professionista.

Dall’alto di questa consolidata esperienza, come sceglie i vini per la sua enoteca?

Quando posso, e le distanze non sono esagerate, amo andare direttamente dai produttori, anche se generalmente ho sempre poco tempo per farlo. Per trovare qualche nuova etichetta interessante, dunque, io e mia moglie preferiamo andare al Vinitaly, concentrando lì i nostri sforzi per due o tre giorni.

Immagino, tuttavia, che nella sua enoteca ci siano produttori storicamente accreditati.

Sì certo, ne ho alcuni di cui mi fido, anche se, soprattutto di questi tempi, è sempre meglio degustare prima un prodotto, per capirne il giusto rapporto qualità-prezzo.

Trova che qualche produttore abbia esagerato, in questi anni?

Senza dubbio, molti di quelli che si sono fatti un nome hanno gonfiato i prezzi e oggi ne pagano le conseguenze.

Ci fa qualche esempio?

Mesi fa ho bevuto una bottiglia da 330 euro che, le dico in tutta onestà, non aveva niente di più di un prodotto da 70-80 euro.

Quindi, come ci si può orientare?

Certo è difficile, ma ecco cosa mi dissero in passato alcuni enotecnici: “Si può curare la vigna, fare la raccolta a mano, mettere grande attenzione nelle tecniche di cantina, ma più di un certo prezzo un vino non può costare”.

Tutto il surplus, dunque, è immagine?

Certo, soprattutto per le grandi aziende che hanno molto personale. C’è la pubblicità, il capoarea, il rappresentante e via dicendo, tutti da pagare. Sono costi che incidono sul prodotto finale, almeno del 25-30%.

E oggi?

Con i tempi che corrono, i produttori italiani che hanno tirato troppo la corda faticano a vendere le scorte nelle loro cantine.

La corda, dunque, si è spezzata?

Non so dirlo, quel che so è che da un anno non riesco più a vendere le loro bottiglie nella mia enoteca.

E perché, nonostante la crisi, certi grandi vini francesi sono venduti tuttora a cifre stratosferiche, addirittura en primeur?

Credo si tratti di una questione di mercato, oltre che di immagine. Non solo hanno saputo farsi un nome, ma i loro distributori sono stati in grado di spingere le vendite verso i nuovi ricchi del mondo, per lo più russi e cinesi, che puntano allo status symbol, più che al vino in sé.

Erminio Landriani - EnotecaVino, immagine, moda. Ne ricorda uno che, per questi motivi, è stato introvabile per un periodo?

Certamente. Ricordo che qualche anno fa, dopo la festa di un noto personaggio dello sport, andarono a ruba in tutto il Nord Italia i Cristal Champagne. Eccessi che, nel bene o nel male, oggi non si vedono più.

Chi è l’acquirente tipo della sua enoteca?

Giovani dai 25 anni in su, oppure professionisti come avvocati o commercialisti, tutti di ceto medioalto. Durante la settimana acquistano bottiglie sui 4 o 5 euro, per spingersi nel week end a vini sui 15-20 euro.

Crede che la Gdo penalizzi chi ha un’attività come la sua?

Non saprei, onestamente. I clienti che passano alla nostra enoteca sono spesso di ritorno dai supermercati, lo noto dalle buste che hanno in macchina, eppure il vino lo comprano da noi.

Chi è?

Erminio Landriani, classe 1954. Perito elettrotecnico, all’età di 26 anni sente che la sua vera passione è quella per il mondo del vino e dei distillati. Nel 1982 riesce a realizzare il sogno di aprire, con la moglie Angela, l’enoteca Castello a Pavia. L’anno dopo si iscrive al primo corso AIS, diventando sommelier professionista nel 1986.

IL VINO LOMBARDO PREFERITO

Oltrepò Pavese Pinot Nero Riserva Metodo Classico Riserva del Poeta, Anteo

ENOTECA CASTELLO

Via Argonne, Pavia, Tel. 0382 29617, bottiglieriacastello@alice.it. Chiusura settimanale: lunedì pomeriggio. Enoteca con 800 etichette

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