Federico Bovarini: il talento della parola al servizio di un calice di vino

Federico Bovarini: il talento della parola al servizio di un calice di vino

Sommelier al lavoro
di Giuseppe Vallone
02 gennaio 2024

Comunicare il vino con umiltà ed efficacia. È questo il principio che guida il lavoro del neo Miglior Sommelier della Lombardia

Tratto da ViniPlus di Lombardia - N° 25 Novembre 2023

«L’approccio al vino è fondamentale. Non si tratta di scienza infusa, astrofisica, religione o dogmi della vita. Stiamo parlando soltanto di un calice di vino». Sono da poco passate le 9:30 di una mattina di fine luglio, siamo in un bar alla periferia di Bergamo e seduto davanti a noi, da qualche minuto, c’è il Miglior Sommelier di Lombardia 2023. Facendo conoscenza all’ora della colazione, questa frase ci colpisce per la sua semplice inconfutabilità. Trentuno anni, chioma di luna e dialettica briosa, bergamasco di nascita e di formazione, Federico Bovarini ci racconta della sua adolescenza, degli studi in medicina interrotti e del primo lavoro in farmacia mentre conseguiva la laurea in Scienze della Comunicazione. Il primo contatto con il mondo del vino avviene tramite una piccola realtà agricola e la collaborazione con il Consorzio del Moscato di Scanzo: «ero estasiato di poter comunicare il vino, ma ben presto ho capito che non potevo prescindere da una solida base tecnica e da lì è iniziato il mio percorso in AIS». Una strada culminata nel 2016 con l’attestato di sommelier e proseguita nel 2018 con il diploma in Comunicazione, Gestione & Marketing dell’omonimo Master ALMA. L’esperienza nella scuola di Colorno è stata decisiva per Federico; lo capiamo dall’enfasi delle sue parole, traspare dall’affetto e dal trasporto con cui si abbandona al ricordo delle esperienze vissute e delle persone conosciute. «ALMA ha cambiato il modo con il quale oggi mi avvicino al calice di vino; ho imparato a limitarmi al fatto che si tratta soltanto di questo. Ma, soprattutto, ho capito che è dirimente saper ascoltare e comprendere fino in fondo ciò che ti sta raccontando. Soltanto così sarai capace di poterlo comunicare».

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Oltre alla collaborazione con il Consorzio del Moscato di Scanzo, che prosegue tutt’oggi in veste di Ambassador, Federico ha accompagnato gli studi con diverse esperienze come sommelier e direttore di sala in ristoranti – anche stellati – di Bergamo e provincia, oltre a un lavoro come agente di commercio per due società di distribuzione. La curiosità, grande motrice che muove la luna e le stelle del suo cielo, lo ha poi spinto a partecipare al concorso di Miglior Sommelier della Lombardia: «nel 2020 ci ho provato per gioco, volevo testarmi e capire il livello della mia preparazione. Non andai male», e qui è ironico, essendo arrivato terzo, sconfitto in semifinale da Stefano Berzi, che alla fine vinse e l’anno successivo salì sul gradino più alto anche al nazionale. Nel 2022 Federico ci ha provato nuovamente, ma non era ancora il suo momento, e a sbarrargli la strada è stato un altro campione di Lombardia, Pietro Sangiorgio. Al terzo tentativo, il 2023 gli ha sorriso: «riprovandoci capisci come prepararti e affini la degustazione». L’aver vinto il concorso ha conferito alla sua autostima la consapevolezza dei propri mezzi: «prima ero io, oggi sono ancora io. Ciò che è cambiato è la certezza di aver svolto una prova che riconosco essere stata eccellente». Ma niente autocelebrazioni di troppo: «a ben guardare ho però soltanto salito un altro gradino di una scala che resta ancora lunga da percorrere». Salutandoci, non possiamo fare a meno di fargli l’ovvia domanda: come sarà il futuro di Federico Bovarini? «Ragiono a capitoli» ci dice lui, spiazzandoci nuovamente. «Oggi so di avere diverse porte aperte ma sono ancora nella fase in cui sto guardando il vino a tutto tondo, conscio della grande fortuna di vivere la mia passione. Pian piano ritaglierò la sagoma del mio futuro, l’età è dalla mia».