Pierangelo Donati - Hotel Baita Clementi

Pierangelo Donati - Hotel Baita Clementi

Sommelier al lavoro
di Anna Basile
20 settembre 2018

Da commis sommelier appena sedicenne a barman negli hotel in giro per il mondo. L'incontro con Pierangelo Donati, sommelier della Delegazione AIS di Sondrio. "AIS mi ha dato la formazione necessaria per fare al meglio il mio lavoro"

Tratto da Viniplus N°15 - Settembre 2018

Pierangelo DonatiDa commis sommelier appena sedicenne a barman negli hotel in giro per il mondo, da rubacuori nei villaggi turistici all’impeccabile presenza al Morbegno in Cantina dove, ogni anno, tastevin al collo e spilletta AIS in vista, racconta i vini della sua terra, la Valtellina: di strada ne ha fatta Pierangelo Donati che racconta con un’indomabile allegria la storia della sua vita e il ruolo che il vino ha avuto in essa.

«Ho frequentato l’istituto alberghiero a Villa Alba Gardone Riviera», racconta Pierangelo che sin da giovanissimo comincia la sua gavetta in hotel e alberghi, «avevo solo sedici anni quando mi hanno preso al Grand Hotel Villa Cortine a Sirmione, ero commis sommelier, una sorta di aiuto sommelier, toccava a me prendere le bottiglie e portarle in sala, raccogliere i vuoti e stare attento a non combinare guai».

Poi, diploma in tasca, Pierangelo entra all’Intercontinental e comincia a lavorare come barman. «Fare il barman per cinque anni mi ha insegnato tanto: un lavoro dinamico, vivace, a contatto non solo con il vino ma anche con distillati, birre, superalcolici. E poi avevo la possibilità di realizzare un altro sogno: viaggiare». Infatti, zaino in spalla, Pierangelo saluta la sua Valtellina e parte per il vasto mondo, «Parigi, Londra, Hannover: sono solo alcune delle città che ho visto e in cui ho vissuto, imparando, lavorando e divertendomi. Credo che quello sia stato uno dei periodi più emozionanti della mia vita». L’entusiasmo di allora trapela nei racconti di oggi, «Hosaka mi ha conquistato, ero incuriosito dalla cultura giapponese, misteriosa, incredibile ai miei occhi. Anche di Damasco conservo un bellissimo ricordo, una città dai mille volti, ricca di fascino e storia, ma anche spietata. Per esempio, dal quarantottesimo piano dell’hotel, riuscivo a vedere le pedane delle pubbliche esecuzioni disposte nel bel mezzo di una piazza sempre trafficata. Le guardavo con una certa apprensione. L’adulterio era un reato e io a quell’epoca avevo conquistato il cuore della moglie di un diplomatico…».

Dopo cinque anni, Pierangelo si prende una pausa e comincia a lavorare in un villaggio turistico, «anche lì mi occupavo di vino e bevande, e in Sicilia ho conosciuto Anna Maria, la mia futura moglie. Con lei sono arrivato a Bormio, dove vivo e lavoro come maître e sommelier all’Hotel Baita Clementi». Prima di diventare sommelier Pierangelo si è rimesso a studiare, «non è stato semplice, ma sapevo che era necessario. Mi sono iscritto ai corsi nel 1999 e nel giro di tre anni mi sono diplomato. L’AIS mi ha dato la formazione necessaria per fare al meglio il mio lavoro. Ma non solo. L’AIS ha fatto e continua a fare molto di più: grazie all’Associazione i soci e i sommelier sono coinvolti in tante iniziative dedicate al vino, con degustazioni, eventi e festival che valorizzano il territorio. Da anni sono sommelier a Morbegno in Cantina, meravigliosa festa enogastronomica della Valtellina, o all’Eroico Rosso di Tirano, manifestazione dedicata allo Sforzato, un vino che adoro, uno dei simboli della mia terra. Il Fruttaio Ca’ Rizzieri di Rainoldi è uno dei vini che amo di più, per la struttura e la pienezza del gusto, l’intensità e la piacevolezza. Libera la mente da tutti i pensieri».

Beve solo vini della Valtellina? «Certo che no, uno dei ricordi più belli è legato al Primitivo di Manduria Polvanera, ma non mi chieda di raccontarle il perché… posso dirle solo che è un vino autentico e che scalda il cuore».