Stefano Ravelli - Enoteca al Convegno

Stefano Ravelli - Enoteca al Convegno

Sommelier al lavoro
di Giordana Talamona
23 marzo 2011

Il tempo ha dato ragione all’enoteca Al Convegno e la scommessa è stata vinta. Aprire un’enoteca quarant’anni fa in un paesino com’era allora Lissone, alle porte di Monza, era una scommessa su cui molti non avrebbero puntato una sola lira. La zona era il regno incontrastato dell’arredamento, vero paradiso del mobile, e la cultura del buon bere era ancora lontana, fatta com’era di grandi damigiane di vino sfuso acquistate dalla clientela media dell’hinterland.

Stefano Revelli

Tratto da l'Arcante n° 15

Parlare di qualità, di bottiglie e produttori sembrava un’impresa. Gli anni sono passati, la clientela è cambiata ed oggi, di generazione in generazione, è arrivato il giovane Stefano Ravelli, di soli ventisei anni. Lavora nell’enoteca di famiglia e continua a credere in quella vecchia scommessa, oggi più che mai.

Come seleziona i prodotti della sua enoteca?

Cerco i vini che reputo validi, non solo quelli molto noti, privilegiando al contrario alcuni viticoltori di nicchia con un buon rapporto qualità-prezzo. Purtroppo oggi pesa su di noi la competizione della grande distribuzione, ma non la considero come un nemico, piuttosto come un’opportunità per fare una migliore strategia di vendita.

Com’è cambiata questa professione negli anni?

Oggi si presta maggiore attenzione alla clientela e al servizio. Un esempio: la scelta dei bicchieri, la necessità di cambiarli ad ogni vino o il declino del calice a flûte per gli spumanti sono tutti segni evidenti di un’evoluzione del settore, di un’attenzione maggiore al servizio e alle caratteristiche organolettiche del vino.

Essere sommelier l’ha aiutata nel suo lavoro?

Certamente! Prima, per rispondere al cliente che chiedeva consiglio su un abbinamento o era alla ricerca di un vino particolare, dovevo chiamare mio zio Mario, ora mi sento molto più preparato. So però di avere ancora molto da imparare ed è per questo che, dopo essermi laureato in Economia e commercio, ho iniziato per passione il corso di laurea in Enologia e viticoltura.

Che approccio hanno i giovani col vino?

Credo che, nonostante la maggior parte opti ancora per i superalcolici, si stia muovendo qualcosa nella loro cultura enologica. Quando li vedo entrare noto che, sempre più spesso, si indirizzano verso lo scaffale del vino, magari verso le offerte, ma è già un passo avanti. Si è dato una spiegazione? Il loro approccio sta cambiando per due motivi: il primo è che oggi si parla di vino a tutti i livelli, sui giornali, in televisione e in rete. Questo ha reso presente e quotidiano il vino, anche per i giovani, soprattutto come cultura del buon bere. La seconda ragione è la campagna di sensibilizzazione che lo Stato ha fatto in questi anni contro le stragi del sabato sera, i moniti ad evitare i superalcolici, a preferire piuttosto un bicchiere di buon vino ai pasti. Insomma penso che a lungo andare qualcosa si sia mosso.

La crisi ha penalizzato il settore?

Devo ammettere che noi l’abbiamo sentita. Si lavora lo stesso, ma oggi il cliente è molto più attento a spendere. Le faccio un esempio, quando entrava la tipica signora che cercava una bottiglia da regalare al medico di famiglia, non ci pensava su due volte ad acquistare un vino da 100 euro. Oggi, sentito il prezzo, ci pensa un attimo e si indirizza verso prodotti meno cari, dai 20 o ai 30 euro.

Enoteca al ConvegnoUna chicca che troviamo da lei.

Sono appassionato di birre e sono riuscito letteralmente a “strappare” sei bottiglie al Birrificio trappista di Westvleteren all’interno dell’Abbazia di St. Sixtus. È un prodotto praticamente introvabile. I monaci dell’Abbazia, infatti, aprono per poche ore al mese l’ufficio vendite e permettono di acquistarne solo 20 bottiglie per acquirente, fino ad esaurimento scorte. Per mesi e mesi ho trovato il numero sempre occupato, così, durante una vacanza in Belgio per birrifici, sono approdato anche al loro, ho parlato con un monaco e l’ho pregato, letteralmente di vendermi qualche bottiglia!

Chi è?

Stefano Ravelli è nato il 30 giugno 1984 a Giussano, vive a Lissone ed è laureato in Economia e commercio. Nel 2009 è diventato sommelier AIS e ha conseguito il titolo di Chevalier Sabreur, rilasciato dalla “Confrérie du Sabre d’Or”. Dopo un breve stage presso un’azienda vitivinicola californiana in Napa Valley ha deciso di approfondire la materia enologica iscrivendosi al corso di laurea in Viticoltura ed enologia, a Milano. Collabora con Meregalli per la presentazione di alcuni prodotti in spot pubblicitari, andati in onda su Telenova e Sky. Attualmente fa parte dello staff della delegazione AIS di Monza-Brianza.

IL VINO LOMBARDO PREFERITO:

Franciacorta DOCG, Dosaggio Zero Ca’ del Bosco

ENOTECA AL CONVEGNO

Via Carlo Cattaneo, 53 20035 Lissone (MI) Tel. 039.483880, www.enotecaalconvegno.it Apertura: dal mercoledì al lunedì dalle 9.00, il Wine Bar da giovedì al sabato fino alle 2.00. Chiusura: martedì. Oltre 200 etichetti di vini, accurata selezione di distillati e 50 birre diverse. Al Wine Bar è possibile mangiare taglieri di affettati e formaggi brianzoli.

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