1965-2025. Buon Compleanno AIS | Anni '60. L'emancipazione del vino italiano

1965-2025. Buon Compleanno AIS | Anni '60. L'emancipazione del vino italiano

Speciali ViniPlus
di Anita Croci
07 luglio 2025

Nasce l’Associazione Italiana Sommelier, in Franciacorta si sperimenta il primo Metodo Classico, debuttano le primissime DOC, il Vinitaly apre per la prima volta le sue porte

Tratto da ViniPlus di Lombardia - N° 28 Maggio 2025

Il 5 febbraio 1960, al cinema Capitol di Milano, esordì la proiezione de “La Dolce Vita”, l’iconico film di Federico Fellini capace di cogliere il generale senso di decadenza di una nazione che, all’apice del boom economico iniziato alla fine degli anni Cinquanta, viveva per la prima volta un’epoca di mondanità e spensieratezza. L’improvviso benessere seguito alla Ricostruzione aveva catapultato un Paese come il nostro, prevalentemente agricolo, nel modello di consumismo americano. I beni di consumo durevoli erano ormai accessibili anche ai ceti popolari. Si diffondeva la tv e si moltiplicavano i media, globalizzando le informazioni. Scorrevano la guerra in Vietnam, la corsa allo spazio tra Unione Sovietica e Stati Uniti, i Beatles, la minigonna. La vita sociale cambiava, le campagne si spopolavano e le città crescevano selvaggiamente, con la loro attrattiva nei settori industriale e terziario. A un migliore status materiale corrispondeva anche una crescita culturale: le contestazioni studentesche culminate nel Sessantotto, i movimenti pacifisti e le rivendicazioni sull'emancipazione femminile, che gettavano le basi per le enormi rivoluzioni legislative introdotte nel decennio successivo. Conoscenza e consapevolezza potevano finalmente maturare permeando ogni settore, incluso quello vitivinicolo. Non è un caso quindi che la nostra Associazione sia stata fondata a metà di quel decennio, a Milano, con lo scopo di promuovere e valorizzare la cultura del vino e dell'enogastronomia attraverso la formazione di professionisti e appassionati. L’adozione del termine sommelier fu una scelta lungimirante e tutt’altro che scontata per l’epoca: l’intento era conformarsi al linguaggio internazionale del settore alberghiero che identificava il professionista nel servizio del vino, con la sua valenza culturale trasversale, che trascendeva il concetto di semplice somministratore di bevande.

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Gli anni Sessanta segnarono altri eventi di enorme rilevanza per il settore. Il più importante, la nascita delle DOC. Era il 12 luglio 1963 quando, con il decreto del Presidente della Repubblica n. 930 “Norme per la tutela della denominazione di origine dei mosti e dei vini” venne istituita la Denominazione di origine controllata. L'obiettivo era valorizzare e tutelare la tradizione enologica italiana con un sistema di classificazione dei vini basato sulla loro origine geografica e sulle pratiche di produzione tradizionali, fornendo ai consumatori uno strumento che ne tracciasse identità e qualità. La Vernaccia di San Gimignano fu la prima a ottenere il riconoscimento DOC, il 6 maggio 1966, seguita nello stesso anno dal Frascati, dal Brunello di Montalcino, dal Barolo, dal Vino Nobile di Montepulciano e via via da moltissime altre. Nel settembre 1967 il Palazzo della Gran Guardia di Verona ospitò per la prima volta le Giornate del Vino Italiano: era la nascita ufficiale del Vinitaly, manifestazione ormai universalmente riconosciuta tra gli appuntamenti annuali più importanti del settore, che negli anni ha contribuito alla promozione e al consolidamento del vino tra i comparti più rilevanti della nostra economia. Ma gli anni Sessanta videro anche un primo “esperimento” che ha cambiato le sorti di un intero territorio: nel 1961 vennero sigillate le prime tremila bottiglie di Pinot di Franciacorta, atto primo di un percorso che ha consacrato alla tradizione spumantistica le colline bresciane a sud del Lago di Iseo, sancendone un’identità ormai consegnata alla storia.

Pinot di Franciacorta Méthode Champenoise 1961 - Guido Berlucchi

Le grandi intuizioni hanno spesso paternità dubbiose e rivendicate a più voci, ma quando la storia è scritta nei registri c’è poco da fare. A inventare il Franciacorta è stato Franco Ziliani. Negli anni Cinquanta, a Borgonato, il conte Guido Berlucchi produceva il Pinot del Castello, un bianco fermo le cui uve provenivano dai vigneti di un piccolo maniero di famiglia, il Palazzo Lana. Per migliorarlo si rivolse a Franco Ziliani, fresco di diploma alla Scuola Enologica di Alba. “Il maggiordomo mi scortò nel salotto di Palazzo Lana Berlucchi. Le note di Georgia on my mind vibravano nell’aria: Guido Berlucchi era al pianoforte. Il conte richiuse il piano, mi salutò con calore e iniziò a interrogare me, giovane enologo, sugli accorgimenti per migliorare quel suo vino bianco poco stabile. Risposi senza esitazione alle sue domande, e nel salutarlo osai: e se facessimo anche uno spumante alla maniera dei francesi?”. Quella proposta ardita incontrò il favore del conte e nel 1955 i due fondarono, insieme all’amico Giorgio Lanciani, la Guido Berlucchi & C., che dopo sei anni di sperimentazioni diede alla luce le prime tremilatrecento bottiglie di Pinot di Franciacorta – Méthode Champenoise, vendemmia 1961. L’evento fece scuola e molte cantine si convertirono alla produzione spumantistica. Nasceva così il Franciacorta, che divenne DOC nel 1967 e DOCG nel 1995. Il Berlucchi 1961 rende omaggio a quell’intuizione ed è uno degli spumanti più famosi nel mondo, oggi declinato nelle tipologie Extra Brut, Rosé e Satèn, da chardonnay e pinot nero.