Costa Jels: il Metodo Classico che nasce in miniera

Costa Jels: il Metodo Classico che nasce in miniera

Attualità
di Sara Missaglia
19 giugno 2025

Nove Lune, realtà lombarda condotta da Alessandro Sala, presenta un nuovo spumante affinato per sessanta mesi all’interno della storica miniera di Gorno nel cuore delle Prealpi bergamasche.

Un luogo, una visione, una rinascita. Soprattutto, l’attesa, perché cinque anni non sono una gestazione da poco. A 830 metri di altitudine, tra buio, silenzio e roccia viva, il vino ha trovato la sua culla ideale. Alessandro Sala, al timone dell’azienda Nove Lune, insieme al suo consulente enologo Gabriele Valota, hanno presentato in anteprima la Cuvée di Costa Jels, il nuovo spumante che affina nei tunnel della storica miniera di Gorno, in provincia di Bergamo.

Un vino nato sottoterra

Il sogno di Alessandro Sala prende vita là dove un tempo si scavava per sopravvivere. Oggi, quegli stessi cunicoli sono diventati il luogo d’eccellenza per l’affinamento naturale del vino. Nessuna tecnologia invasiva, solo l’ambiente a fare il suo corso: 10 gradi costanti e un’umidità del 95% sono le condizioni che accompagnano l’evoluzione lenta del vino, con nessun consumo energetico. 

Costa Jels è un Metodo Classico da vitigni resistenti johanniter, bronner e souvignier gris, che affina per 60 mesi sui lieviti, dopo un passaggio iniziale di 18 mesi tra acciaio e barrique. La scelta di non dosarlo vuole restituire al calice l’autenticità della roccia, la freschezza della montagna e la forza di un territorio capace di raccontarsi anche in profondità.

Dalla Champagne alla Val Seriana

L’idea di Alessandro Sala si ispira alle crayères della Champagne, le storiche cave di gesso dove da secoli affinano le grandi bollicine francesi. Ma qui c’è di più: c’è la memoria. Le gallerie di Gorno – oltre 230 chilometri – portano con sé la storia dei “minadur” (minatori), delle “taissine” (cernitici di minerale) e dei “galecc” (ragazzi addetti al trasporto a spalla di minerale), di chi ha respirato polvere di zinco e ha costruito con la fatica il tessuto sociale ed economico di queste valli. Sala ha scelto di depositare il vino in questo luogo per unire le sue radici al futuro della viticoltura: sostenibile, consapevole, rispettosa.

Nove Lune, una realtà bio-resistente

Nata nel 2015 a Cenate Sopra, Nove Lune ha una visione ben definita: vitigni resistenti, agricoltura biologica, zero compromessi. I vigneti si trovano ai piedi del Monte Misma e ospitano varietà come solaris, bronner, helios, prior, souvignier gris e johanniter. Le pratiche sono tutte manuali, le rese limitate, le vinificazioni attente, con l’impiego di anfore, acciaio e legno. 

Il 4 dicembre 2023 Alessandro Sala è stato insignito da AIS Lombardia del premio “Personaggio dell’anno” per la dedizione e professionalità dedicata alla continua ricerca di soluzioni innovative e sostenibili in campo agronomico. Accanto al Metodo Classico Costa Jels, la cantina produce anche il pluripremiato passito Theia, l’orange wine Rukh, il vino rosso Prior e persino un amaro unico nel suo genere, Misma, ottenuto da vitigni resistenti e infusione di 17 erbe.

Il Costa Jels

Quello di Costa Jels non è solo un progetto enologico: è un manifesto. È il tentativo riuscito di trasformare un sito minerario dismesso in una cattedrale del vino, un luogo capace di valorizzare la memoria e l’ambiente attraverso la qualità. L’obiettivo ora è puntare i riflettori sull’intera filiera Piwi in Italia, ancora frenata da vincoli normativi. Nove Lune partecipa al progetto Vitaval, una zonazione con l’Università di Milano che potrebbe portare alla nascita di una nuova IGT: Alpi Lombarde. Questa prima Cuvée non rivendica il millesimo, ma nasce dall’annata 2018 che vede i tre vitigni resistenti (johanniter, bronner e souvignier gris), nella misura di 1/3 ciascuno, effettuare un passaggio in legno, a differenza della 2019, che matura esclusivamente in acciaio. La sboccatura è avvenuta a febbraio di quest’anno.

Il calice si presenta giallo verdolino, luminoso e finemente filigranato. Il perlage è sottilissimo, regolare e persistente, come un sussurro continuo che accompagna ogni attimo. Al naso si apre con note di pera croccante e ananas fresco, nitide e succose, seguite da un delicato bouquet di erbe aromatiche: alloro, elicriso, accenni di macchia mediterranea che evocano il vento e la terra. Emergono poi spezie leggere, cumino e pepe bianco, a cui fanno eco sbuffi mentolati e un ricordo di zenzero fresco, a dare profondità e dinamismo olfattivo. L’ingresso al palato è fresco, luminoso, scattante. Subito si apre con una sapidità generosa, scolpita ma mai invadente, sostenuta da una cremosità fine e da una avvolgenza elegante che accarezza il palato con misura. La sua architettura è quella dell’equilibrio: proporzionato, aggraziato, vibrante. Ogni elemento si incastra con precisione, senza mai eccedere. È un Metodo Classico che non alza la voce, ma resta impresso con la grazia della precisione. Un’opera di sottrazione e di pazienza, che restituisce disponibilità e calore ai luoghi in cui nasce.