La birra è donna

La birra è donna

Bloc-notes
di Céline Dissard Laroche
18 febbraio 2023

Nel romanzo “La salita dei giganti” di Francesco Casolo, - milanese di origine e montanaro per passione, già sceneggiatore del pluripremiato cortometraggio “Baradar”- si intrecciano due storie. 

Tratto da Viniplus di Lombardia - N° 23 Novembre 2022

Clicca sull'immagine per scaricare il PDF dell'articoloLa prima, tenuta sullo sfondo, è la storia di una scoperta: settemila anni fa, le donne Sumere imparano la magia della fermentazione. I cereali, lasciati nell’acqua, producono una miscela nutriente, una bevanda inebriante. Da allora, da quella scoperta, la birra è donna: la leggenda ha assegnato alle dee della vita, a Ninkasi, a Ishtar, ad Armalu la forza e la potenza necessarie alla produzione della birra. 

La seconda, narrata come un’epopea familiare, è la storia di Giuseppe Menabrea, walser di Gressoney, che a metà ‘800 attraversa le montagne da Biella alla Svizzera commerciando lana e prodotti di artigianato. Sguardo visionario e istinto imprenditoriale, punta tutto su un azzardo: quella magica bevanda, la birra, conosciuta a Nord delle Alpi, può essere introdotta, prodotta e venduta in Italia. 

La birra è protagonista in entrambe queste storie con le quali Casolo, grazie a una narrazione documentata e avvincente, coinvolge il lettore tenendo insieme diversi livelli. 

Innanzitutto, il livello antropologico, con la descrizione dell’affascinante genesi della birra, il “pane liquido”, elemento fondante della nostra civiltà. 

Poi, il contesto storico, che ci catapulta in un’Italia appena unificata, con le speranze di riscatto della neonata borghesia industriale, entusiasmata dalle novità, dalle esposizioni internazionali, dall’alba di un mondo nuovo che sembra essere senza confini. 

Infine, la storia di Genia, nipote di Giuseppe, che produrrà la birra nata con il nonno al cospetto del Monte Rosa. Genia che, ancora bambina, mischia i cereali con l’acqua, creando una birra primordiale come qualche donna Sumera o Egiziana chissà quanti anni prima di lei. Genia che il padre porta, sola e undicenne, sui ghiacciai del Monte Rosa, ad assaggiare il primo, indimenticabile, sorso di birra. Genia che, persi precocemente il papà e il marito, condurrà famiglia e azienda con lo stesso spirito coraggioso e visionario del nonno Giuseppe. 

La storia della famiglia Menabrea è storia di birra e di donne. Tra la gloria e la disfatta, mischiando la paura con il coraggio e la tradizione con la trasgressione, tre donne trovano forza e intelligenza per andare avanti anche quando tutto sembra perduto. Come per le dee della birra, come per Ninkasi o per Ishtar, tocca alle donne trovare la vitalità e la potenza necessarie alla produzione della birra. Della “Birra Menabrea”, nata a Gressoney, prodotta a Biella, premiata in tutto il mondo.